Il "divino" Guido Reni incanta Francoforte
ARTE
Pittore tra i più grandi del
Seicento, e in parte dimenticato nel corso dell'ultimo secolo (a
vantaggio di contemporanei come Caravaggio), Guido Reni sarà presto
celebrato all'interno di una grande rassegna. Succederà allo Städel
Museum di Francoforte, in Germania.
Fu avventurosa e intrigante la vita di
Guido Reni, pittore tra i più rappresentativi del suo tempo. Allo
stesso modo, il suo stile e la sua poetica furono da esempio per
tutto il corso del Seicento e del Settecento, ispirando generazioni
di artisti incantati dal rigore e dalla perfezione espressi nei suoi
dipinti. Perché, dunque, nonostante la fama che garantì all'artista
l'appellativo di “divino”, il nome di Guido Reni è stato a lungo
dimenticato, passando in secondo piano rispetto a quelli di
contemporanei come Caravaggio e Ludovico Carracci?
RISCOPRIRE GUIDO RENI
Le risposte a queste domande, ma
soprattutto le ragioni per conferire nuovamente al pittore un posto di
prim'ordine tra gli autori del Seicento italiano, sono alla base della rassegna espositiva in programma a partire dal prossimo 23
novembre in Germania. Per la precisione allo Städel Museum di
Francoforte, dove oltre 130 opere tra dipinti, disegni, stampe e
bozzetti saranno presto allestite con l'intento di gettare nuova luce sulla produzione dell'artista bolognese.
Il titolo della rassegna (che sarà
aperta al pubblico fino al prossimo 5 marzo) è The Divine –
“il divino”, appunto –, a sottolineare la popolarità
dell'artista nel suo tempo, ma anche la costante tensione religiosa
che ne guidò la produzione.
LA MOSTRA ALLO STÄDEL MUSEUM
Facendo ricorso a un uso magistrale del colore, e a un
rigore formale unico nel suo genere, Guido Reni
rivolse la sua attenzione sempre alle vite dei santi e agli episodi
biblici tramandati dalla tradizione. Opere come l'Assunzione di
Maria (realizzata nel 1635 circa e conservata nel Musée des
Beaux-Arts di Lione) e il recentemente restaurato Cristo alla
colonna sono solo alcuni degli esempi scelti dal curatore Bastian Eclercy per la loro capacità
di sintesi poetica e formale.
Considerata una delle più ampie e
approfondite retrospettive mai realizzate sull'artista, e prodotta in
collaborazione con il Museo del Prado di Madrid, la mostra presenta, oltre ai lavori citati – provenienti dall'archivio dell'istituzione
ospite – anche numerosi capolavori presi in prestito da sessanta collezioni private e musei internazionali quali Pinacoteca
Nazionale di Bologna, Gallerie degli Uffizi di Firenze, J. Paul Getty
Museum di Los Angeles e Metropolitan Museum of Art di New York. Una
straordinaria opportunità per riscoprire la produzione del grande
artista , e soprattutto estenderla a un pubblico più vasto e non
necessariamente specializzato.
[Immagine in apertura: Guido Reni
(1575–1642), Hippomenes and Atalanta, around 1615-18. Oil
on canvas, 206 x 297 cm. Museo Nacional del Prado, Madrid. Photo:
Museo Nacional del Prado, Madrid]