Una interessante esposizione inaugura lo spazio della Tube gallery della Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi. Il fulcro è il controverso rapporto tra il fotografo francese e il britannico Martin Parr.

La Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi diventa ancora più grande. Dopo l'espansione del 2018 che ha portato all'apertura della Cube gallery da 300 metri quadrati presso la Rue des Archive nel quartiere del Marais, a novembre 2022 la Fondazione HCB ha aperto un nuovo spazio espositivo di ulteriori 100 metri quadrati, al di sotto della sede principale, in un ambiente noto come Tube gallery per via della sua forma tubulare, ottenuto restaurando una cantina del XVIII secolo. Lo spazio espositivo concepito dallo studio di architettura NOVO è perfetto per le esposizioni fotografiche: fino al 29 gennaio presso la Tube gallery è allestita la mostra Reconciliation ‒ Henri Cartier-Bresson with Martin Parr, incentrata sul rapporto tra i due fotografi Henri Cartier-Bresson e Martin Parr. CARTIER-BRESSON E MARTIN PARR A CONFRONTO L'esposizione, curata da François Hébel, è stata organizzata assieme alla Martin Parr Foundation di Bristol e alla Cinémathèque française. Parr e Cartier-Bresson provengono, secondo le parole del fotografo francese, da “due sistemi solari diversi”, volendo intendere con questa colorata espressione la profonda diversità di vedute dei due autori, caratterizzati da un senso estetico opposto. Le incomprensioni tra i due dapprima sembrarono inconciliabili, ma poi furono superate nel nome di un profondo rispetto e del comune amore nei confronti dell'arte della fotografia. L'esposizione evoca la società inglese in tre diverse ere, in momenti di lavoro e di svago. Martin Parr ha creato un certo dibattito con i suoi coloratissimi scatti che ritraggono in maniera spesso impietosa e crudamente realistica la middle class britannica sulle spiagge del nord dell'Inghilterra nel corso degli ultimi decenni. Il fotografo inglese cercò di entrare nell'agenzia fotografica Magnum nel 1989, ma la sua richiesta fu accompagnata da vibranti proteste, e persino il cofondatore dell'agenzia Henri Cartier-Bresson si dimostrò all'epoca irremovibile di fronte all'eventualità di veder entrare Parr tra i ranghi di un'istituzione con una linea estetica così ben definita. LA MOSTRA A PARIGI Martin Parr riuscì infine a entrare nella agenzia Magnum nel 1994: dopo un incontro i due artisti infatti si riconciliarono e ammisero con grande intelligenza (e umiltà) la possibilità che le loro opposte visioni sulla fotografia potessero coesistere nonostante le radicali differenze. Una recente scoperta inoltre getta nuova luce sul loro rapporto, che a quanto pare risulterebbe essere stato molto meno aspro di quanto in precedenza ritenuto. Nel 2021 infatti la Cinémathèque française ha rinvenuto un film di Douglas Hickox risalente al 1962 con la fotografia di Cartier-Bresson. Nella pellicola Stop laughing – This is England il fotografo francese presenta un ironico ritratto della società inglese nell'industrializzato nord del Paese. La somiglianza con il lavoro di Martin Parr del 1986 The Last Resort è evidente, lasciando intuire una comunanza di vedute fino a ora inattesa. L'esposizione parigina mette a confronto il lavoro di Cartier-Bresson del 1962 con quello di Parr del 1986 e i suoi più recenti sviluppi con gli scatti del 2009-2010, offrendo uno spaccato interessante. A quanto pare i due fotografi ‒ all'apparenza così diversi ‒ possono in effetti trovare dei punti di contatto e delle convergenze decisamente suggestivi, se messi di fronte allo stesso fenomeno e al medesimo campione antropologico. D'altra parte, come disse Cartier-Bresson, “l'Inghilterra è il posto più esotico del mondo”. [Immagine in apertura: Martin Parr, Blackpool, 1993 © Martin Parr / Magnum Photos]
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