L’Inferno di Dante affascina da sempre gli artisti, che lo hanno spesso riletto e reinterpretato nelle loro opere. In autunno, una importante rassegna allestita alle Scuderie del Quirinale indagherà le diverse trasposizioni pittoriche e scultoree di questo tema, dal Medioevo al contemporaneo.

Nessun poeta fu amato – e usato come fonte di ispirazione – dagli artisti più di Dante Alighieri. Il castigo delle anime da lui immaginato nella Divina Commedia, in particolare, è tra i soggetti più rappresentati nella storia dell’arte, in diverse versioni, dalle scene medievali alle letture novecentesche ispirate alla psicoanalisi freudiana passando per i capolavori del Rinascimento e le fantasie barocche.  Dopo il successo della mostra su Raffaello, le Scuderie del Quirinale hanno annunciato una nuova esposizione incentrata proprio sull’iconografia dell’Inferno e sulla sua persistenza nelle arti figurative. Un modo per celebrare un altro simbolo della cultura italiana, cioè il Sommo Poeta, nell’anno in cui ricorre il settimo centenario della sua morte. L’INFERNO VISTO DAI GRANDI MAESTRI DELL’ARTE MONDIALE  In programma dal 15 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022 e curata dal critico e storico dell’arte francese Jean Clair, Inferno segue un filo tematico che si dipana dal Medioevo fino ai giorni nostri, attraverso oltre duecento opere di artisti del calibro di Beato Angelico, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Cézanne, von Stuck, Balla, Dix, Taslitzky, Richter, Kiefer e altri ancora, in prestito da importanti musei e collezioni private.  Prima dell’evocazione della salvezza con cui il percorso si chiuderà, ricordando il verso finale della cantica – il celeberrimo “e quindi uscimmo a riveder le stelle”, una sezione sarà dedicata alle maniere in cui pittori e scultori hanno reso i vari “inferni” sulla Terra, dalla follia alla guerra e alla Shoah, prendendo in prestito i codici danteschi. Un esempio emblematico è il dipinto Le petit camp à Buchenwald di Boris Taslitzky, del 1945, ambientato in un annesso del campo di sterminio che veniva utilizzato come zona di quarantena. DA BOTTICELLI A RODIN Tra i pezzi più interessanti in mostra ci saranno La voragine infernale, uno dei cento disegni danteschi su pergamena commissionati a Sandro Botticelli da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici tra il 1480 e il 1495, in cui i gironi dei dannati vengono raffigurati come livelli sovrapposti di un gigantesco imbuto popolati da figurine sofferenti, e un modello in gesso in scala 1:1 della monumentale Porta dell’Inferno di Auguste Rodin, eccezionalmente concesso dal Musée Rodin di Parigi.  [Immagine in apertura: Boris Taslitzky, Le petit camp à Buchenwald, 1945. Olio su tela, 300 x 500 cm. Parigi, Centre Pompidou, Musée national d’art moderne – Centre de création industrielle, Inv. AM 2743 P © 2021. RMN-Grand Palais /Dist. Foto SCALA, Firenze / Photographer: Adam Rzepka. © Boris Taslitzky, by SIAE 2021]
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