Aperti per la prima volta gli spazi nascosti del Colosseo
ARCHITETTURA
I corridoi sotterranei del Colosseo di Roma accolgono il pubblico dopo due anni di restauro. Per la prima volta i visitatori dell'antico monumento potranno esplorare gli ambienti “nascosti” dove i gladiatori si preparavano prima degli spettacoli.
Più di 15mila metri quadri di superficie, aperti per la prima volta al pubblico e pronti a essere percorsi dai visitatori. Sono gli ipogei del Colosseo, ovvero i sotterranei del monumento simbolo d'Italia: una sorta di “backstage” dei giochi e degli spettacoli che si tenevano nell'antica arena.
Avviato nel 2018 nell’ambito degli interventi realizzati con il sostegno di Tod’s, il progetto di restauro aggiunge una nuova tappa al più ampio intervento di riqualificazione e valorizzazione dell'Anfiteatro Flavio, già segnato dai lavori esterni ultimati nel 2016 e dalla nuova arena “tecnologica e sostenibile” progettata da Milan Ingegneria. Insomma, un ulteriore e notevole passo verso il futuro per una delle architetture più iconiche e rappresentative della nostra cultura.RIAPRONO GLI IPOGEI DEL COLOSSEO
“L’intervento di recupero e valorizzazione degli ipogei”, ha commentato il ministro della cultura Dario Franceschini, “è stato reso possibile anche dalle straordinarie professionalità dei tecnici del Parco Archeologico del Colosseo. Un grande lavoro tecnico che dimostra come, anche in questo caso, si possa coniugare la conservazione del patrimonio con le tecnologie e con la ricerca, arrivando anche a osare”.
Previa prenotazione, e grazie all'utilizzo di un'apposita app, sarà da oggi possibile percorrere quel dedalo di corridoi e passaggi nascosti dove si preparavano gli antichi spettacoli: un'occasione imperdibile per immaginare il “dietro le quinte” degli eventi che fino al 523 ebbero luogo nell'antico teatro. Ultimo step di questo poderoso progetto di “rinascita” sarà la costruzione dell'arena, che, come ha aggiunto Franceschini, “consentirà di ammirare il Colosseo dal centro, come avveniva fino alla fine dell’Ottocento”.
[Immagine in apertura: Photo by Merakist on Unsplash]