Arriva in libreria una guida ragionata, a cura di Nicolas Ballario, che fa luce su una selezione di 100 luoghi nevralgici del patrimonio contemporaneo. Se spesso si pensa all’Italia come depositaria della cultura del passato, l’intento del libro è dimostrare la ricchezza dell’arte contemporanea anche in un Paese come il nostro, così legato all’arte dell’antichità.

Quando si parla del patrimonio culturale italiano, ci si riferisce spesso a quello del passato: come scrive Nicolas Ballario, sembra che “tra l’essere e il non essere il nostro Paese preferisca essere stato.” Ma esiste una vasta varietà di itinerari, percorsi e luoghi che invece si rivolgono al contemporaneo, che spesso sono poco battuti ma che costituiscono “l’altra faccia” della nostra ricchezza artistica. Il nuovo libro del critico e curatore, dal titolo 100 luoghi del contemporaneo in Italia, edito da 24 Ore Cultura, ne raccoglie una selezione, con l’obiettivo di accendere i riflettori su musei, gallerie, fondazioni, opere di arte pubblica, parchi e piazze che costituiscono una rete di attori fondamentali della "nostra" scena artistica contemporanea.IL NUOVO LIBRO DI NICOLAS BALLARIO Spesso l’arte contemporanea è considerata di difficile comprensione ed elitaria, solo per pochi. E invece, come suggerisce Ballario, il nostro territorio è ricco di luoghi del contemporaneo che “hanno le porte aperte (anzi, alcuni le porte proprio non le hanno) e sono pronti ad accogliere chiunque abbia voglia di entrare”. Questa originale guida ragionata si rivolge al grande pubblico con un linguaggio fresco e comprensibile, cercando di colmare la distanza tra questi luoghi e il visitatore, con l’intento di aprire una finestra su un patrimonio incredibile e spesso sottovalutato. I 100 MUSEI (E NON SOLO) DI NICOLAS BALLARIO “Musei, fondazioni, monumenti, piazze, parchi, e chi più ne ha più ne metta, animati dagli artisti che hanno operato dal dopoguerra in avanti. Il criterio di selezione è semplice: sono tutti spazi di grande qualità che cercano di avvicinare il pubblico, allontanandosi da quell’atteggiamento elitario ed esclusivo che ha da sempre accompagnato l’arte contemporanea, ma senza diventare ruffiani nel tentativo di fare numeri. Insomma”, spiega Ballario nell’introduzione, “vale la regola che da sempre mi sono dato da comunicatore: si guarda agli addetti ai lavori per i contenuti e al pubblico per il linguaggio, senza tirarsela troppo, come spesso invece hanno fatto critici e curatori”. [Immagine in apertura: veduta esterna del MAXXI, progettato da Zaha Hadid. Courtesy Fondazione MAXXI / foto © Guido Caltabiano]
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