Com'erano i grandi artisti da bambini? Un libro lo racconta
LETTERATURA
Il nuovo libro di Gesine Borcherdt si intitola “Dream On Baby”, e indaga le vite dei grandi artisti a partire dai traumi e dai ricordi legati alla loro infanzia. Un volume per conoscere la versione “bambina” di Marina Abramović, Jeff Koons e di altri grandi nomi della scena contemporanea.
365 pagine, ognuna delle quali dedicata al racconto di un grande artista del nostro tempo, osservato attraverso la lente dell'infanzia – un periodo di vita cruciale per la formazione di ognuno di noi, e non di meno rilevante nella costituzione dell'indole creativa dei soggetti qui approfonditi. Succede nel nuovo saggio Dream On Baby. Artists and Their Childhood Memories, una raccolta di interviste “a cuore aperto”, nel corso delle quali alcuni dei nomi più influenti della scena contemporanea ripercorrono il loro passato più remoto, rintracciando nel proprio “io bambino” i segnali della loro carriera futura.IL LIBRO “DREAM ON BABY”Autrice della pubblicazione è la curatrice tedesca Gesine Borcherdt, che per la casa editrice Hatje Cantz ha selezionato trentatré maestri del panorama artistico contemporaneo, mettendoli nella condizione di condividere traumi e ricordi legati al loro passato.Così è per Ai Weiwei (che nel volume ripercorre le difficoltà legate all'esilio della famiglia, costretta a lasciare la Cina alla fine degli anni Cinquanta), Jeff Koons e Lynda Benglis (entrambi supportati dai genitori nonostante le loro “eccentriche inclinazioni”) e Marina Abramović (le sue riflessioni indagano in particolare le conseguenze psicologiche causate dalla guerra del Kosovo). Tra gli altri artisti protagonisti del volume figurano anche l'iraniana Mona Hatoum, il tedesco Gregor Schneider e lo scultore americano Jordan Wolfson.Disponibile al momento solo in lingua inglese, il libro è una lettura interessante per conosce da una prospettiva inedita i principali artisti del presente.[Immagine in apertura: Gesine Borcherdt, Dream On Baby. Artists and Their Childhood Memories (Hatje Cantz, 2024). www.hatjecantz.com]