Arriva nelle librerie italiane “In cerca di Dora Maar”, il libro di Brigitte Benkemoun dedicato all'artista e musa di Pablo Picasso. Alla base del progetto editoriale, la scoperta di una misteriosa agenda risalente al secolo scorso.

Ricordate la storia del misterioso taccuino di Dora Maar, rinvenuto qualche anno fa dalla scrittrice e giornalista Brigitte Benkemoun? In cerca di un'agenda da regalare a suo marito, l'autrice si imbatte in uno strano quadernino rivestito in pelle. Affascinata dal “tocco” vintage del libricino, la Benkemoun lo acquista, ignara della storia in esso conservata. Dopo aver sfogliato le prime pagine, la giornalista scopre infatti una lunga lista di indirizzi e numeri di telefono. A ognuno di essi corrisponde il nome di un artista o di uno scrittore noto: Brassaï, André Breton, Jean Cocteau. E poi ancora Balthus, Paul Éluard, Jacqueline Lamba. L’enigma è presto svelato: quel blocchetto, acquistato per pochi euro online, si rivela essere una straordinaria testimonianza sulle vite private di alcuni tra gli intellettuali più rilevanti delle avanguardie del secolo scorso, vissuti a Parigi in pieno clima surrealista. LA BIOGRAFIA DI DORA MAAR Proprietaria del taccuino fu Dora Maar, musa di Pablo Picasso, nonché abile fotografa e pittrice tra le più stravaganti della sua generazione. Colleghi e amici della donna compaiono debitamente elencati tra le pagine dell'agenda (risalente ai primi anni Cinquanta), dando forma a un'affascinante finestra sulla cultura parigina di quegli anni intensi e straordinari. Il nuovo libro edito da Skira, dal titolo In cerca di Dora Maar (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina), prende spunto da quell'incredibile ritrovamento, ricomponendo la vita di una delle figure femminili più audaci e talentose del secolo scorso. IL MISTERIOSO TACCUINO DI DORA MAAR In uscita a settembre, il volume – frutto delle ricerche condotte dalla stessa Brigitte Benkemoun – è impostato come un romanzo ispirato alla biografia dell'artista e musa nata a Parigi nel 1907. L'obiettivo è restituire gli eventi principali della sua parabola umana e creativa, le personalità incontrate nel corso della sua esistenza, e soprattutto le sfaccettature di una donna appassionata ed enigmatica. Queste le parole dell'autrice in merito alla fortunata scoperta alla base del progetto editoriale: “Chi lo ha venduto aveva eliminato il calendario annuale, dove il vecchio proprietario avrà annotato gli appuntamenti, gli inviti o le note private. Ma nella tasca interna era rimasta una piccola rubrica telefonica. Ho iniziato a sfogliarla. Probabilmente ero soprappensiero, perché mi ci sono volute tre pagine prima di bloccarmi su un nome: Cocteau! Sì, proprio lui, Cocteau: 36, rue Montpensier! Ricordo di aver sentito un brivido e poi ho sobbalzato scoprendo Chagall: 22, place Dauphine! Allora mi sono messa a scorrere le righe velocemente: Giacometti, Lacan... Poi eccoli uno dopo l’altro: Aragon, Breton, Brassaï, Braque, Balthus, Éluard, Leonor Fini, Leiris, Ponge, Poulenc, Signac, Staël, Sarraute, Tzara... Venti pagine di colonnine in ordine alfabetico con i nomi dei più grandi artisti del dopoguerra”.
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