L'amore di Ernest Hemingway per i gatti
LETTERATURA
Ernest Hemingway adorava i gatti. Tra i tanti felini che circondarono in vita l'autore, uno in particolare è diventato celebre, anche grazie alla particolarità di avere sei dita per zampa. Un nuovo libro illustrato racconta la sua storia e il suo legame con il grande scrittore americano.
C'è forse solo una cosa
che Ernest Hemingway amava più della scrittura: i gatti. Quella tra
i mici e l'autore americano era un'autentica passione. Adorava
circondarsi di felini, dei quali ammirava soprattutto il carattere e
la psicologia. In una delle sue citazioni rimaste più celebri disse:
“Ai gatti riesce senza fatica ciò che resta negato all’uomo:
attraversare la vita senza fare rumore”.
Un nuovo libro illustrato si sofferma
su questo aspetto della biografia dell'autore de Il vecchio e il mare, raccontando con immagini e parole il profondo legame tra
l'uomo e il suo gatto più amato: Snow White, in italiano Biancaneve.
IL LEGAME DI HEMINGWAY CON I GATTI
Donata all'artista dal capitano di una
nave, la gattina aveva una curiosa particolarità: le zampette
polidattili, ovvero con un numero di dita diverso rispetto al gatto
comune. Nel caso di Biancaneve queste erano sei per zampa: una
caratteristica genetica che Hemingway vide fin da subito come un
segno di buon auspicio.
Scritto e disegnato da Luca Tortolini e
Alice Barberini, il libro Ernest e Biancaneve (nell'immagine
in apertura un dettaglio della copertina) è un omaggio allo speciale
legame tra i due, raccontato attraverso le parole dello splendido
felino bianco.
IL NUOVO LIBRO ILLUSTRATO
Pubblicato dalla casa editrice Orecchio Acerbo, il volume conta poche pagine, eppure dense di delicatezza e
poesia. A narrare la storia è la gattina, che così inizia il suo monologo: “Sono nata su una nave da pesca al largo dell’oceano
Atlantico. Ricordo poco dei primi giorni di vita: facevo quello che
vedevo fare a mia madre; giocavo con le mie sorelle e con i miei
fratelli, mangiavo e dormivo. Quando la nave ritornò sull’isola
di Key West, dopo molti giorni di pesca, Stanley il capitano mi mise
dentro uno scatolone. 'Sarai un bel regalo' disse”.
Consegnata nelle mani di Hemingway, e
accolta nella casa dello scrittore (si racconta che fosse l’unica
ad avere il privilegio di entrare nel suo studio mentre lavorava alla
macchina da scrivere), Biancaneve ammira subito il carattere introverso e taciturno dell'uomo. “Ernest la mattina
lavorava e non voleva essere disturbato da nessuno. In casa solo a me
permetteva di entrare nella stanza. Mi raggomitolavo sul tavolo o
sulla sedia al suo fianco. Se ne stava tutto il tempo in silenzio a
battere sui tasti della macchina da scrivere. Il ticchettio era
piacevole e mi faceva dormire sonni tranquilli”.
IL LIBRO “ERNEST
E BIANCANEVE”
I testi, brevi ed espressivi, sono
accompagnati all'interno del volume dalle tavole in bianco e nero di
Alice Barberini: disegni minuziosi che dipingono la gattina ora sulla
scrivania dello scrittore, circondata da fogli, matite e macchine da
scrivere, ora in attesa che il caro padrone torni dai suoi lunghi
viaggi in giro per il mondo (“Un giorno dopo molto tempo, rientrando dal porto trovai
all’ingresso una montagna di valigie. Ernest era tornato. Chissà
che cosa mi aveva riportato dalla vecchia Europa...”). Una
storia gentile. Bella al punto da sembrare vera.