Band simbolo degli anni Novanta, i Nirvana sono protagonisti di un nuovo saggio. Un volume che analizza in maniera critica il pensiero e la “filosofia” che animano i testi di Kurt Cobain e della sua formazione.

Basta fare un giro in libreria per accorgersi delle numerose pubblicazioni dedicate ai Nirvana e al leggendario leader Kurt Cobain. Vero è che l'iconica band di Aberdeen, simbolo per eccellenza dello stile e dell'estetica grunge, continua a esercitare un certo fascino sul pubblico a trent'anni dal suo scioglimento (risalente al 1994, in concomitanza con la morte del cantautore e chitarrista). Quali sono le ragioni che spingono ancora oggi il pubblico a identificarsi con i testi e con l'animo decadente della band e del suo menestrello rabbioso e disperato? A fornire una propria risposta al quesito è Stefano Scrima, scrittore, filosofo e musicista, che in un nuovo volume prova a racconta la “filosofia” del gruppo, ripercorrendo i momenti cruciali della sua ascesa, ma soprattuto approfondendo in maniera critica il pensiero e la poetica che ne hanno guidato l'intera produzione. I NIRVANA TRA MUSICA E FILOSOFIA Pubblicato da Arcana – la casa editrice specializzata in contenuti a carattere musicale – il libro si intitola Smells like Kurt spirit. Nirvana e filosofia. Suddiviso in capitoli, e accompagnato da una serie di sezioni dedicate alla discografia, alla bibliografia e alla filmografia della band, il saggio affronta aspetti storici e biografici dei componenti e del gruppo: dalla fondazione al successo, delle diatribe (vere o presunte) con Pearl Jam e Guns N’ Roses alla tormentata infanzia di Cobain.  La narrazione si sposta successivamente sull'analisi delle istanze rivoluzionarie e controculturali percepibili in molte delle canzoni, sulle implicazioni filosofiche che il nome Nirvana porta inevitabilmente con sé, fino alle considerazioni sull'etica punk-rock mai abbandonata, nemmeno in cima alle classifiche. LE PAROLE DI STEFANO SCRIMA Bastano le prime parole dell'autore per comprendere l'animo e la passione che guidano le oltre cento pagine del volume: “Nirvana è la rivolta di una generazione tradita – che tramanderà la propria insoddisfazione, parossisticamente accresciuta, alle generazioni successive – contro un mondo i cui sogni di uguaglianza e libertà (non schiacciata dalle logiche mercantilistiche della libertà liberista) sono stati interamente fagocitati dal consumismo. Nirvana è una delle risposte controculturali all’insofferenza diffusa di chi non si riconosce nella cultura dominante, pur rimanendo una rivoluzione per gioco, anche sporca e contraddittoria. Nirvana è la ricerca di uno spazio ideale dal quale sia escluso il dolore che appesantisce l’esistenza, spesso causato degli stessi esseri umani. Nirvana è l’impossibile estasi terrena ficcata in una canzone rock”. [Immagine in apertura: American singer and guitarist Kurt Cobain (1967 – 1994), performs with his group Nirvana at a taping of the television program ‘MTV Unplugged,’ New York, New York, Novemeber 18, 1993. (Photo by Frank Micelotta/Getty Images)]
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