Non si contano i manuali che spiegano come realizzare una buona fotografia, ma che cosa succede quando a finire sotto la lente di ingrandimento sono le fotografie da non scattare? Il volume edito da Aperture snocciola una serie di soggetti che è bene tenere lontani dall'obiettivo.

Si fa presto a parlare di buona fotografia ‒ spaziando dalla scelta del soggetto alla composizione al taglio delle luci ‒, ma il discorso si complica quando l'argomento vira su ciò che NON va immortalato. A togliere d'impaccio gli appassionati dell'obiettvo o chi si avvicina per la prima volta al mezzo fotografico è il libro Photo No-Nos: Meditations on What Not to Photograph, firmato da Jason Fulford e pubblicato da Aperture.TUTTO QUELLO CHE NON SI FOTOGRAFA Alternando ironia e nozioni tecniche, il volume passa in rassegna tutto ciò che contribuisce al fallimento di una fotografia, mettendo contemporaneamente in evidenza un migliaio di tabù visivi elencati da alcuni degli autori più talentuosi del panorama internazionale. Senza presentarsi come una guida o un manuale, il libro vuole essere una riflessione su un tema solo in apparenza "leggero", poiché in realtà chiama in causa le dinamiche stesse della comunicazione. In un mondo dominato dalle immagini, in cui chiunque può improvvisarsi fotografo grazie a strumenti tecnologici sempre più variegati e accessibili, la scelta di cosa fotografare assume una valenza di grande rilievo. Dalle rose ai tramonti, lo stereotipo diviene il tema per eccellenza con cui ogni autore si trova prima o poi a fare i conti, come narrato dalle voci dei fotografi riuniti da Fulford nel suo volume.[Immagine in apertura: Duane Michals, A Gursky Gherkin Is Just a Very Large Pickle, 2001; from Photo No-Nos Meditations on What Not to Photograph (Aperture, 2021) © Duane Michals]
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