Attraverso il suo obiettivo, il fotografo giapponese Sekiya Masaaki ha raccontato gli iconici edifici di alcuni dei più grandi architetti della storia. Il suo ultimo reportage (lasciato incompiuto) è dedicato al veneziano Carlo Scarpa, e viene presentato per la prima volta al pubblico in un elegante e completo volume.


Affascinato dalle forme e dai materiali essenziali utilizzati dal grande architetto veneziano Carlo Scarpa, il fotografo giapponese Sekiya Masaaki ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a raccontare attraverso il suo obiettivo diverse delle sue opere: i suoi eleganti scatti sono raccolti nel volume Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese.  Edita da Antiga in occasione dell’omonima mostra tenutasi a Ca’ Scarpa a Treviso, la pubblicazione è accompagnata dai testi di J. K. Mauro Pierconti, curatore della rassegna ed esperto del rapporto tra Scarpa e il Giappone.SEKIYA MASAAKI E L’ARCHITETTURA DI CARLO SCARPA Nel libro, l’opera dell’architetto si intreccia con il variegato mondo del fotografo giapponese, ripercorrendo la carriera di quest’ultimo: a partire dal suo impegno nella promozione di talenti fotografici (come nel caso di Hattori Aiko, autrice di un vasto reportage nella Tokyo degli anni Ottanta, presentato nel libro in un’accurata selezione e con un testo introduttivo); passando per le sezioni dedicate agli scatti realizzati dall’autore ad Angkor, in Cambogia; ma anche a Vienna, tra gli edifici del celeberrimo architetto Otto Wagner.  Fulcro della pubblicazione è il suo ultimo grande lavoro, sfortunatamente rimasto incompiuto: la documentazione dell’opera di Carlo Scarpa, che vede particolare enfasi sul capolavoro della Tomba Brion a San Vito d’Altivole. La ricerca d’archivio che ha dato vita al volume, ha inoltre riportato alla luce un prezioso materiale di documentazione – non solo le fotografie scattate nel corso degli anni, ma anche bozze, stampe e disegni –, che ha permesso d’individuare nuovi e più profondi legami tra Sekiya e la famiglia Scarpa. LA PASSIONE DI CARLO SCARPA PER IL GIAPPONE È il 1969 quando Carlo Scarpa, dopo aver "divorato" numerose pagine sul Giappone, vi si reca per la prima volta, curioso di osservare in prima persona quell’universo magico, fatto di essenzialità delle forme e animismo. Da quel momento, i luoghi, la cultura e la tradizione del territorio si rispecchiano nei suoi progetti più audaci, sempre magistralmente studiati attraverso le sue lenti da veneziano. Infatti, ciò che osserva in questo primo viaggio segna un solco profondissimo nella sua produzione, portandolo infine alla realizzazione del suo capolavoro, la Tomba Brion, completata nel 1978 (anno della sua morte, che avverrà tragicamente nel corso di un altro viaggio nell’isola nipponica, a Sendai). [Immagine in apertura: Carlo Scarpa, Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese. Crediti fotografici Antiga Edizioni]
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