La Sicilia "sacra" negli scatti di Gianni Berengo Gardin
LETTERATURA
Pubblicato da Humboldt Books, il libro “Gianni Berengo Gardin. Sicilia 1966/2008” riunisce cinquanta scatti in bianco e nero del grande fotografo veneziano Gianni Berengo Gardin. A legarli, il racconto del rapporto del popolo siciliano con il sacro.
“Mi interessa la sua capacità di integrare il rito con i segni della contemporaneità – le pubblicità, i manifesti della politica – ma soprattutto la sua attenzione ai volti, alle espressioni, umanissime e, si capisce, per lui un poco sorprendenti per la partecipazione emotiva ai riti, così meridionale. Il tutto senza un grammo di folklorismo decorativo”. Così Ferdinando Scianna rende omaggio a un altro grande fotografo sociale, Gianni Berengo Gardin, con cui ha condiviso non solo la passione per i medesimi temi e soggetti, ma anche un’amicizia che dura da cinquant’anni. E lo fa nell’introduzione di un libro che raccoglie le foto scattate da Berengo Gardin in Sicilia.LA SICILIA E IL SACRO NEGLI SCATTI DI GIANNI BERENGO GARDINPortato sugli scaffali da Humboldt Books, Gianni Berengo Gardin. Sicilia 1966/2008 riunisce cinquanta immagini in bianco e nero – “semplici e profonde, sottili ed empatiche”, come le definisce Scianna –, catturate dal fotografo nel corso di quarant’anni: un lungo periodo durante il quale l’autore torna sull’isola più e più volte, con l’obiettivo di documentare il rapporto col sacro del popolo siciliano. Il risultato è un ritratto fedele, da cui emerge in tutta la sua potenza il legame tra lutto e festa, tra devozione e curiosità. Gli scatti sono introdotti, oltre che dalle parole di Ferdinando Scianna, anche dell’antropologo Franco La Cecla, che approfondisce l’origine di questi riti.LA STRAORDINARIA CARRIERA DI GIANNI BERENGO GARDINNato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Gianni Berengo Gardin cresce a Venezia, avvicinandosi alla fotografia nei primi anni Cinquanta. Fin dal principio, le sue immagini spaziano attraverso una vasta gamma di tematiche: da quella sociale – come osserviamo nel volume – alla vita quotidiana, fino alla documentazione del mondo del lavoro, alla fotografia di paesaggio e all'architettura. Ed è proprio grazie a questo approccio eclettico che ha collezionato, negli anni, una produzione monumentale di scatti: il suo archivio contiene infatti oltre un milione di negativi.[Immagine in apertura: Gianni Berengo Gardin, Marsala (Trapani), 1987 © Gianni Berengo Gardin]