Il nuovo libro di Altan, maestro del fumetto italiano
LETTERATURA
Torna in libreria il grande Altan, maestro d'ironia del fumetto italiano. Il nuovo volume è una straordinaria parata di personaggi ironici e dissacranti. Una raccolta di vignette per ridere e riflettere sui vizi, sulle fragilità e sugli insindacabili difetti del nostro Paese.
I personaggi dei fumetti di Altan siamo
noi: esseri umani fragili, disincantati, velenosi. Personaggi
costantemente alle prese con difficoltà grandi e piccole del
quotidiano, e disperatamente somiglianti fra loro. A provarlo in
maniera lampante è l'ultimo volume dedicato a questo maestro
assoluto della nona arte italiana (noto ai più per le
avventure della mitica Pimpa e le fulminanti vignette satiriche
pubblicate su La Repubblica). Stiamo parlando di A me gli
occhi, una carrellata di immagini nitide e potenti che
illuminano, confortano, pungolano.
IL NUOVO LIBRO DI ALTAN
Sì, perché all'interno della ricerca
del fumettista trevigiano (al secolo Francesco Tullio-Altan)
tagliente ironia e passione civile si fondono in maniera peculiare,
coniugate da un tratto essenziale e battute che sono “bocconi amari” – per citare le parole del grande Umberto Eco, l'intellettuale che
amava i fumetti.
Edito da Salani, il libro
(nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) è una densa
e vivace selezione di vignette – scelte e suddivise per capitoli
dallo stesso artista. Scorrendo le quasi duecento pagine del volume ce
n'è per tutti: dai preti bigotti ai politici in campagna elettorale,
dalle donne sensuali in vena di battute appuntite (“Sarebbe ora
di cambiare l'Italia, se qualcuno ci ritira quella usata”) alle
persone comuni e alla loro complessa semplicità (“Ci attendono
importanti scadenze. Speriamo di non scadere noi mentre aspettiamo”).
FUMETTI PER CAPIRE CHI SIAMO
“I personaggi di Altan vengono da
un non-luogo che è la nostra memoria distratta, la nostra coscienza
intorpidita, la nostra moralità piena di compromessi ed è per
questo che le loro poche parole colpiscono con tanta forza, perché
non possiamo attribuirle a questa o a quella storia o situazione: ci
arrivano dritte da un'intelligenza che spesso abbiamo soffocato,
anestetizzato dal cicaleccio che produce ogni giorno la nostra vita
sempre frenetica e distratta”, scrive Paolo Mereghetti
nell'introduzione al volume.
“Perché le frasi che scolpiscono
in quel bianco senza confini non sono mai delle rivelazioni,
piuttosto hanno la forza dell'illuminazione, di chi all'improvviso è
capace di squarciare l'ovattata opacità in cui ci accucciamo ogni
giorno e mostrarci quello che non abbiamo voluto vedere”.