Dal furto della “Gioconda” ai reperti archeologici trafugati dai tombaroli. Il giornalista Fabio Isman ci conduce in un viaggio tra capolavori rubati e tesori culturali finiti nella mani della criminalità. Succede in “Quando l'arte va a ruba”, il libro edito da Giunti dedicato ai furti e ai saccheggi più celebri della storia.

“L'arte è sempre andata a ruba, nel senso più letterale del termine: perché qualcuno, in ogni tempo e latitudine, se l'è portata via. Come una preda di guerra, o uno strumento per fare quattrini. Ma talora, anche per un semplice e insano desiderio di possesso. Il 'vizietto' è remoto quanto il mondo, e certamente assai diffuso”. A pronunciare queste parole è Fabio Isman, che nell'introduzione al suo Quando l'arte va a ruba mette subito in chiaro le intenzioni del volume: raccontare la storia dei furti d'arte rintracciando i casi più clamorosi – tra avventure, sorprese e misteri irrisolti. FURTI E SACCHEGGI NEI SECOLI Edito da Giunti, il libro presenta nelle pagine iniziali il tema del furto d'arte, illustrato al lettore con un piglio da storico e un trasporto da appassionato. A cominciare dai dati elencati nel primo capitolo: numeri che danno il senso della dimensione e il volume d'affari di questo fenomeno. “Per badare unicamente all'Italia, nel 2019 non è quasi trascorso giorno senza ruberia", dice l'autore. "In dodici mesi sono stato denunciati 345 furti di beni culturali. Almeno di un quadro, o una statua; di manoscritti, libri antichi, o monete; di cornici dorate o icone; persino d'interni, importanti mobili e venerate reliquie. Spesso prelevati da abitazioni private; un po' meno da quelle dei collezionisti, che sanno come proteggersi da simili eventi; e ancora più raramente dai musei. Assai di frequente da chiese malamente custodite. Se poi guardiamo alle antichità e all'archeologia, gli oggetti illegalmente sottratti diventano oltre cinque ogni ora che passa: in media ne sparisce uno ogni dieci minuti, giorno e notte. Anzi, magari più di notte che di giorno”. IN DIFESA DEL PATRIMONIO CULTURALE I casi presi come esempio sono tanti, e molti davvero incredibili: si passa dal furto della Gioconda di Leonardo da Vinci a quelli a scapito del grande Caravaggio, dai dipinti trafugati di Munch, a quelli di Vermeer e Rembrandt (suo il Ritratto di Jacob de Gheyn III, del 1632, rubato ben quattro volte dalla Dulwich Picture Gallery di Londra, che lo custodisce da due secoli). E poi ancora i tesori sottratti dagli invasori nazisti o dalle truppe di Napoleone, dalla criminalità organizzata o da semplici ma pericolosi tombaroli. Un volume che ci ricorda i rischi ai quali il nostro patrimonio culturale è soggetto, e la necessità di difenderlo – anche grazie all'impareggiabile lavoro delle forze speciali impegnate nella sua tutela. [Immagine in apertura: © 2021 The Metropolitan Museum of Art New York]
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