Le analogie tra Kubrick e Caravaggio in un nuovo libro
LETTERATURA
Cosa accomuna Stanley Kubrick e Caravaggio? Esistono analogie più o meno esplicite tra questi due maestri dell'arte cinematografica e della pittura? Se lo è chiesto, fornendo una risposta esauriente, Francesco Fiotti, autore di un nuovo saggio dedicato a questi due “sabotatori del reale”.
“Ci sono distanze fasulle e il
tempo è solo un'illusione. Dovremmo guardare con questi occhi la
storia dell'arte, della musica, del cinema”. A suggerirlo è lo
studioso e compositore Gianvincenzo Cresta, autore della prefazione
al volume Kubrick e Caravaggio, sabotatori del reale, l'ultimo saggio
di Francesco Fiotti dedicato alle analogie tra questi due geni
assoluti dell'arte solo a prima vista distanti.
TRA CINEMA E PITTURA
Portato sugli scaffali da Mimesis, la
casa editrice già nota per le sue eccellenti esplorazioni
nell'ambito della filosofia e della critica cinematografica, il
volume è un compendio denso e approfondito. Obiettivo della
pubblicazione è scalfire la superficie del
visibile, puntando ad analizzare le
sovrapposizioni della poetica del regista di Shining e del “nostro” Michelangelo Merisi. Due figure lontane nel tempo e
nella tecnica, ma che – stando alle tesi dell'autore – si
incontrano sul terreno della ricerca della verità e del suo rapporto
con il reale.
Un “viaggio” letterario avvincente
che accoglie al suo interno una costellazione di rimandi, di veri e
propri “varchi temporali” che conducono il lettore in direzioni
inaspettate e sorprendenti.
[Immagine in apertura: Caravaggio. Cena
in Emmaus, 1601/02. Olio su tela, 141 x 196,2 cm. Londra,
National Gallery]