L'arte "silenziosa" della grande Maria Lai
LETTERATURA
Figura simbolo dell'arte italiana del secondo Novecento, e nome di riferimento della cultura sarda, Maria Lai è protagonista di un nuovo libro. Un volume ragionato che racconta l'anima intima e spirituale della produzione dell'artista.
È ormai riconosciuta come una grande
artista del Novecento, e non soltanto italiano. Portata sotto i
riflettori negli ultimissimi anni grazie a una serie di esposizioni
mirate alla riscoperta della sua vasta produzione (su tutte la
retrospettiva del 2019 al MAXXI di Roma), Maria Lai è attualmente
al centro di un importante catalogo ragionato: un volume tutto
dedicato all'attività dell'artista simbolo della sua terra, la
Sardegna.
IL NUOVO LIBRO SU MARIA LAI
Personalità fra le più talentuose e
versatili del panorama creativo dello scorso secolo, l'artista
ogliastrina è raccontata all'interno di Ricucire il dolore,
tessere la speranza, il catalogo recentemente dato alle stampe
dalla casa editrice 5 Continents in occasione dell'omonima rassegna
ospitata negli spazi della Cantina Antichi Poderi, a Jerzu, in
provincia di Nuoro.
Con l'intento di trasmettere ai lettori
la carica allo stesso tempo laica e religiosa della sua arte, il
libro si sofferma sulla sacralità (qui intesa nel senso più
assoluto e universale del termine) di due serie di opere in
particolare: i Presepi e la Via Crucis
(quest'ultima realizzata nel 1981 per la chiesa di
Sant’Antioco di Ulassai, in occasione della prima edizione del
festival Un Filo bianco).
INTIMITÀ E SILENZIO NELL'ARTE DI MARIA
LAI
Accompagnate da approfondimenti critici
e fotografie, le opere mettono in
luce le esigenze emozionali e la valenza dei materiali nell'opera
della Lai. Ognuno dei lavori sembra rispondere a quesiti
esistenziali; gli stessi che l'artista si è posta e che ora rivolge
all'interlocutore, invitandolo a (ri)scoprire la propria intimità.
“Al fascino delle sue opere e dei suoi scritti si può
aggiungere che è stata una maestra di vita”, scrive Maria
Sofia Pisu, presidente della Fondazione e Archivio Maria Lai,
nell'introduzione al catalogo. “L’arte come luce e
straniamento, consapevolezza del passato e percezione del futuro,
questa è stata una costante che ha accompagnato il suo lavoro,
quasi una missione”.
DAL PRIVATO ALL'UNIVERSALE
Fanno da contraltare alle sculture e ai
cartoni ricamati, i disegni, nei quali l’artista, con tratti
essenziali, ritrae la cultura locale e la quotidianità domestica.
Domestica e dunque privata, certo, ma sempre in relazione alla sfera
dell'universo. Esempio assoluto di questo dialogo tra dentro e fuori,
tra minimi e massimi sistemi, è Legarsi alla montagna, l'iconica
performance collettiva del 1981, che aveva il compito di unire
simbolicamente gli abitanti del paese di Ulassai al territorio
circostante.
“La visione artistica di Maria Lai è, fin dagli esordi,
consapevolmente indirizzata a conquistare una universalità del suo
codice linguistico, perché 'fare arte', pur appartenendo a
specifiche culture, deve rispondere alle esigenze e alle domande
concrete e fondamentali dell’uomo”, chiarisce Micol Forti,
curatrice del libro. “Il valore antropologico delle tradizioni
della sua terra rappresenta l’imprescindibile punto di partenza di
una ricerca in costante evoluzione”.
[Immagine in apertura: Maria Lai,
Errando, 2010, Legno, spago, acrilico, stoffa, plastica, vernice 115
x 96 x 8,5 cm. Courtesy © Archivio Maria Lai by SIAE 2022, Ph.
Giorgio Dettori. Dal libro Maria Lai. Ricucire il dolore, tessere
la speranza, a cura di Micol Forti. 5 Continents Editions /
Fondazione Maria Lai, 2022]