Esce in libreria "Dare la vita", il primo libro di Michela Murgia pubblicato dopo la sua scomparsa, avvenuta il 10 agosto 2023. Il volume raccoglie i pensieri dell'autrice sui temi della maternità e della famiglia, messi per iscritto nelle sue ultime settimane di vita.

Scrittrice, attivista e firma provocante e controversa del femminismo italiano, Michela Murgia ci ha lasciati il 10 agosto 2023, dopo una lunga lotta contro il cancro, che lei stessa aveva condiviso con il pubblico con la forza e l’ironia che la distinguevano. Circa cinque mesi dopo, la sua voce è tutt’altro che scomparsa – perché, come scriveva in Stai zitta (Einaudi, 2021), “di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva". Per Rizzoli esce infatti il suo primo libro postumo, dal titolo Dare la vita (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina).IL NUOVO LIBRO DI MICHELA MURGIA A cura dello scrittore e studioso Alessandro Giammei, il saggio approfondisce un concetto per cui Michela Murgia si è battuta strenuamente negli ultimi anni, creando dibattito e confronto durante le sue molte apparizioni pubbliche: la “famiglia queer”. Di cosa si tratta? Della possibilità, per ognuno di noi, di vivere la famiglia oltre il legame biologico, superando il concetto di naturalità a cui siamo abituati, per costruire legami scelti arbitrariamente, di cui prendersi cura con amore.  “Nata sotto il segno dei gemelli, figlia di almeno due madri io stessa, non ho dato alla luce mai nulla e nessuno che non fosse fratto”, scrive nell’introduzione. “Quando qualcosa non vi torna datemi torto, dibattetene, coltivate il dubbio per sognare orizzonti anche più ambiziosi di quelli che riesco a immaginare io. La mia anima non ha mai desiderato generare né gente né libri mansueti, compiacenti, accondiscendenti. Fate casino”. LA “FAMIGLIA QUEER” DI MICHELA MURGIA In queste 128 pagine, la scrittrice organizza i pensieri più disparati e profondi sul tema della maternità, inteso come concetto universale che non passa obbligatoriamente per la gravidanza. Nelle sue riflessioni, raccolte durante le sue ultime settimane di vita, l'autrice immagina (e lascia immaginare al lettore), a partire dalla sua esperienza personale, un altro modello di esperienza materna, che non prevede la procreazione biologica, ma che diventa un “mettere al mondo” senza vincoli di sangue, un “dare la vita” che si fa universale, nella complessità degli affetti umani.  “Questa mia condizione particolare”, scrive nel volume Murgia, riferendosi alla sua malattia, “mi costringe a domandarmi alcune cose che ad altri occhi passano magari inosservate, come la facilità con cui si tende a confondere gravidanza e maternità – senza peraltro sostenere né l’una né l’altra nei fatti, se non attraverso gli inservibili e dannosi strumenti della retorica e della mistica essenzialista”.
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