Che fine fanno gli album incompiuti, le canzoni più sperimentali dimenticate dalla critica, gli artisti di provincia che rivoluzionano (senza saperlo) la storia della musica? Se lo è chiesto Roberto Ottolino, autore di un nuovo volume dedicato alla musica perduta.

Così come per l'arte visiva, anche la musica è un libro pieno di pagine mai completate. Lo sa bene Roberto Ottolino, che con la sua ultima fatica letteraria ha deciso proprio di soffermarsi sugli aspetti meno noti di questa disciplina. Protagonisti del suo recente volume, uscito in libreria per Arcana, sono infatti dischi postumi, brani incompiuti, misteriose sparizioni, ambiziose iniziative mai portate a termine: insomma, una miriade di figure e progetti “sepolti” dal tempo, caduti nell'oblio o “schiacciati” dal peso della narrazione ufficiale. RACCONTI DI MUSICA PERDUTA Sono tanti i casi presi in esame all'interno di Ghost notes: dalla reunion impossibile dei Beatles (avvenuta quattordici anni dopo la morte di John Lennon per mezzo di un vecchio nastro) all’incredibile esperimento tentato dai Pink Floyd (ovvero registrare un intero album senza utilizzare strumenti musicali); dal genio insospettabile di Vittorio Camardese (misconosciuto musicista lucano capace di rivoluzionare senza accorgersene la storia della chitarra), al singolo capolavoro degli Steely Dan cancellato per errore, che riaffiora forse dopo quarant’anni su una strana audiocassetta ritrovata per caso.  E poi ancora l'ultimo disco di Lucio Battisti, l’assurda vicenda del contrabbassista Henry Grimes (svanito da un giorno all’altro e riapparso improvvisamente dopo trentacinque anni) e molti altri fenomeni – tutti in bilico fra mito, leggenda e studio di registrazione.LE PAROLE DI ROBERTO OTTOLINO “L'idea di 'Ghost Notes' nasce dall'amore per la buona musica, ma anche dalla curiosità di non volersi accontentare dei soli 'classici'", ha spiegato l'autore del volume. "Spesso nelle pieghe di progetti incompiuti, imperfetti, magari snobbati dal pubblico e dalla critica, si nascondono spunti, intuizioni e idee che permettono di mettere meglio a fuoco la parabola artistica dei grandi musicisti: un percorso che non può essere composto solo da capolavori ma anche da esperimenti, tentativi, magari errori, che vanno accolti con rispetto e visione sistemica”. DAL PODCAST AL LIBRO “Il progetto è nato innanzitutto sotto forma di podcast, per raccontare episodi poco noti accaduti in studio di registrazione alternando alle parole l'ascolto delle esecuzioni originali”, continua Roberto Ottolino. “Al nucleo originale, composto dalla reunion postuma dei Beatles con 'Free as a Bird', dall'album incompiuto dei Pink Floyd 'Household Objects' e dal singolo perduto degli Steely Dan 'The Second Arrangement', si sono uniti successivamente diversi racconti che hanno preso nel tempo la forma di un progetto integrato: oltre al podcast anche il libro e prossimamente una serie di esibizioni dal vivo, a metà fra reading e performance”. Un affresco capace di svelare un'altra storia della musica, non meno autentica rispetto a quella realmente accaduta. [Immagine in apertura: photo by Namroud Gorguis on Unsplash]
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