In oltre quaranta ore di conversazioni private con il giornalista Seán O’Hagan, Nick Cave si immerge nel suo mondo interiore, alla ricerca di ciò che davvero muove la sua vita e la sua creatività. Una lunga intervista trasferita su carta, per conoscere gli aspetti più intimi di un artista visionario.

Poteva, l'autore di questo libro, scegliere un titolo più eloquente e capace di condensare i sentimenti che ne attraversano le oltre quattrocento pagine? Probabilmente no, e per constatare la verità di questa affermazione l'unica cosa da fare è recuperare una copia del volume, lasciandosi conquistare dall'incredibile scambio sulla vita e sulla morte (si parla certamente anche di altro, ma soprattutto si questo) tra Nick Cave e Seán O’Hagan. Da pochi giorni sugli scaffali per La nave di Teseo, Fede, speranza e carneficina è un'escursione negli aspetti più intimi di uno dei più grandi artisti e performer del nostro tempo. Uno sguardo interiore, tuttavia, che non nasconde alcuna forma di autocelebrazione. Aspetto, quest'ultimo, evidente persino nell'assenza di una prefazione da parte del curatore. Si parte in quinta, per andare dritti al sodo. LE CONFESSIONI DI NICK CAVE E non poteva essere altrimenti, visto il carattere radicale che da tempo contraddistingue la figura di Nick Cave, uno dei pochi artisti che durante la pandemia scelse di rimanere a tacere e riflettere sul senso dell'esistenza. “Ricordo la sensazione che non fosse giusto mettermi a fare una qualche performance online dalla cucina, dal bagno, in pigiama, o in qualsiasi altro modo lo abbiano fatto allora alcuni artisti, con tutte quelle vistose e grossolane manifestazioni di solidarietà. Per me rappresentava piuttosto un momento in cui stare seduti dietro la storia e riflettere e basta”, racconta il musicista tra le pagine del libro. IL NUOVO LIBRO SU NICK CAVE Suddiviso in quindici capitoli, ognuno dei quali dedicato a uno specifico argomento, il libro non è né un'autobiografia né un saggio critico sulla produzione dell'artista. Si tratta infatti di una lunghissima chiacchierata tra Nick Cave e il giornalista Seán O’Hagan: quaranta ore di conversazioni private nelle quali l'artista racconta – o meglio, confessa – cos'è che muove la sua vita e la sua creatività. I temi affrontati nelle pagine sono tanti, e tutti universali. Fede, arte, musica, libertà, lutto e amore. E poi i rapporti sentimentali, l’etica del lavoro e la sua profonda trasformazione interiore negli ultimi anni, anche e soprattutto in relazione alla scomparsa del figlio: “Arthur è morto e tutto è cambiato. Quel senso di interruzione, di una vita interrotta, ha pervaso ogni cosa”, afferma il cantautore in uno dei passaggi più profondi del primo capitolo. “La perdita di mio figlio mi definisce”. Un libro aulico, intimo, spietato, come sa essere l'arte. E la vita. [Immagine in apertura: Nick Cave. Crediti Megan Cullen]
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