Il libro che fa luce su Pier Paolo Pasolini pittore
LETTERATURA
In corrispondenza della mostra
“Fotogrammi di pittura” (in corso alla Fondazione
Magnani-Rocca di Traversetolo, in provincia di Parma), Silvana
Editoriale pubblica un denso compendio dedicato alla pratica
pittorica di Pier Paolo Pasolini. Un volume che ripercorre le
connessioni tra cinema e arti figurative nella carriera del grande
regista bolognese.
Sono tante le “etichette” che
potremmo attribuire a Pier Paolo Pasolini, intellettuale di
straordinaria portata impegnato nel corso della sua carriera in
ambiti diversi del sapere. Tra queste “etichette” alcune sono ben
note, e sono quelle del Pasolini regista, poeta e scrittore: i film e
i libri realizzati in vita dal maestro nato a Bologna sono patrimonio
della cultura del Novecento italiano, riferimenti per intere generazioni di letterati e cineasti che in lui avrebbero trovato un
modello etico, politico e culturale da seguire.
Meno esplorata, eppure altrettanto
meritevole di attenzione, è invece l'attività pittorica di
Pasolini, da intendere non come sterile vezzo giovanile, ma come
autentica passione alimentata nel corso dell'intera parabola
creativa: dalle primissime esperienze fanciullesche (iniziò a
dipingere prima che a comporre versi) agli anni universitari, dove la
vocazione diventò concreta grazie agli insegnamenti di Roberto
Longhi.
PASOLINI TRA CINEMA E PITTURA
A pochi mesi dal centenario della
nascita di Pier Paolo Pasolini (avvenuta il 5 marzo 1922), un nuovo
volume edito da SilvanaEditoriale sottolinea i numerosi punti di
contatto tra la storia dell’arte e le opere cinematografiche del
regista, mettendo in luce riferimenti e modelli estetici presi in
prestito dalla pittura e applicati al grande schermo.
Curato da Stefano Roffi e Mauro
Carrera, il libro – dal titolo Fotogrammi di pittura
(nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) – è
un'incursione nella pratica pittorica di Pasolini, capace di
“dipingere” con la macchina da presa. Pensate a opere come
Accattone, Mamma Roma, Il Vangelo secondo Matteo
e Salò o le 120 giornate di Sodoma: in ognuno di questi film
i lunghi primi piani, le inquadrature dense di dettagli e le riprese
ravvicinate dei volti “scultorei” degli attori tradiscono più di
un rimando a grandi artisti del passato quali Mantegna,
Caravaggio, Pontormo, Piero della Francesca, Giotto, Velázquez e
Francis Bacon. Forte di cinquanta illustrazioni e approfondimenti
critici, il volume evidenzia questi riferimenti, rivelando nuove
informazioni sul dialogo fra letteratura, cinema e arti figurative
nella produzione pasoliniana.