La storia di Pinocchio tra cinema, illustrazione e fumetto
LETTERATURA
La storia di Pinocchio ha ispirato una grande varietà di artisti: fumettisti, illustratori e registi hanno offerto nel corso dei decenni la propria versione del classico firmato da Carlo Collodi. Il libro di Matteo Calanna, sugli scaffali dal 10 maggio, li passa tutti in rassegna: da Osamu Tezuka a Vincent Paronnaud, fino al mitico Jacovitti.
Pinocchio è senza dubbio il burattino più famoso della storia: concepito dalla fantasia di Carlo Collodi nel 1883, il protagonista del celebre romanzo ha influenzato generazioni di artisti, cineasti, illustratori, designer e non solo, con la sua storia semplice, senza tempo e universale. Da oggi in libreria, un nuovo volume raccoglie tutte le germinazioni creative nate nei più svariati ambiti artistici, ispirate dalla marionetta ribelle che voleva diventare un bambino vero.TUTTI GLI ADATTAMENTI DI PINOCCHIO NEL LIBRO DI MATTEO CALANNAFin dal suo esordio, Pinocchio ha avuto uno stretto legame con l’illustrazione: negli ultimi 140 anni la sua immagine ha continuato a rinnovarsi, attirando un pubblico sempre più vasto. Analizzando il rapporto tra il romanzo originale e i suoi principali adattamenti e le rivisitazioni, Pinocchio - Storia di un burattino tra cinema, illustrazione e fumetto di Matteo Calanna (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina) passa in rassegna i mille volti dell’iconico personaggio di Collodi, proprio attraverso il fil rouge della sua rappresentazione visiva.PINOCCHIO TRA ILLUSTRAZIONE, FUMETTO E CINEMAPortato sugli scaffali da Edizioni NPE, il saggio ripercorre le principali edizioni illustrate (dalla tradizione agli stili più moderni), le più importanti riscritture letterarie e i maggiori successi cinematografici e televisivi. Non manca ovviamente la nona arte: il fumetto è stato infatti un veicolo fondamentale per la storia di Pinocchio, sia in Italia che all’estero. Calanna prende scrupolosamente in esame la versione del giapponese Osamu Tezuka, quella del francese Vincent Paronnaud, e ovviamente quella italiana di Jacovitti.