Sebastião Salgado si racconta in prima persona nel libro "Dalla mia Terra alla Terra", edito da Contrasto. Il volume conduce il lettore in giro per mondo, portandolo anche alla scoperta dell'Instituto Terra, il progetto con cui il grande fotografo e sua moglie hanno salvato una vasta area di foresta equatoriale brasiliana.

Non mancano neppure quaranta fotografie in bianco e nero nelle 176 pagine di Dalla mia Terra alla Terra, il primo libro in cui Sebastião Salgado si rivolge ai lettori puntando, soprattutto, sulle parole anziché sulle immagini. Acclamato maestro dell'arte dello scatto, protagonista di uno degli appuntamenti espositivi di punta dell'autunno capitolino – la mostra Amazônia resterà aperta al MAXXI di Roma fino al 13 febbraio 2022 –, il fotografo brasiliano affida al volume portato in libreria da Contrasto le sue riflessioni. Un racconto in prima persona del suo lavoro e, di conseguenza, della sua intensissima vita.PAROLE E IMMAGINI NEL NUOVO LIBRO DI SALGADO Nuova uscita della collana In parole, il libro ricostruisce il percorso umano e professionale dell'autore azzerando i confini geografici e in un'ottica sgombra dai pregiudizi. Originario dello stato brasiliano di Minas Gerais, Salgado ha attraversato con il suo obiettivo tutto il mondo: un percorso intrapreso nel 1973, dopo aver lasciato il lavoro di economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Attraverso la sua carriera e i suoi scatti ha disegnato una parabola artistica unica, nella quale ha privilegiato la documentazione di territori di straordinaria bellezza, spesso remoti, difficilmente raggiungibili o teatro di profonde ingiustizie e disuguaglianze. Esperienze, incontri, emozioni, ricordi di questo straordinario errare fra continenti e popoli che Salgado descrive in Dalla mia Terra alla Terra, animato dalla volontà di rendere il lettore pienamente partecipe del suo vissuto.SALGADO SI RACCONTA IN PRIMA PERSONA Dopo i volumi In cammino e Ritratti di bambini in cammino, focalizzati sul tema dell’umanità in movimento, in cui prende in esame il fenomeno delle migrazioni e la condizione dei rifugiati, con questa nuova opera Salgado conduce fino al cuore delle sue avventure e del suo lavoro. Dall’Africa, con il focus su Mozambico e Ruanda, fino alle Americhe, passando per l'amato e complicato Brasile. Qui, con la moglie Lélia Deluiz Wanick, ha dato vito all’Instituto Terra fissandone la sede ad Aimorés, sua città natale. Oltre a essere un punto di riferimento per la vita culturale di questa località, l'Instituto ha operato in modo concreto per la salvaguardia di una porzione di foresta equatoriale a rischio di sparizione. Di conseguenza, decine di migliaia di nuovi alberi sono stati piantati, a ulteriore conferma della consapevolezza ambientalista che ha reso Salgado una figura di riferimento a livello internazionale. Immancabile, infine, anche la sezione riservata al progetto Genesi finalizzato alla conservazione dei luoghi più belli del nostro pianeta e protagonista di una fortunata rassegna espositiva. [Immagine in apertura: Brasile, 2005 © Sebastião Salgado/Contrasto]
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