Tutto il fascino dei vetri veneziani
LETTERATURA
Ha recentemente fatto il suo debutto in libreria “Vetri veneziani”, il ricco compendio dedicato alla secolare arte vetraria di Venezia. Un volume per conoscere alcune delle più sorprendenti produzioni dei maestri di Murano.
L’arte della lavorazione del vetro a
Venezia ha origini antichissime. Se tracce di questa tecnica
risalgono già al VII secolo, è solo nel XIII che la piccola isola
di Murano diventa meta di riferimento per tantissimi artigiani e
commercianti attratti da questo sofisticato materiale.
Vero e proprio motore artistico e
produttivo, il vetro è diventato, da quel momento, emblema dell'artigianato lagunare, anche e
soprattutto grazie al lavoro dei “maestri vetrai” locali,
impegnati a tramandare di generazione in generazione tecniche e
segreti che nessuno al mondo è mai riuscito a eguagliare.
OMAGGIO AL VETRO DI MURANO
A ripercorrere la prestigiosa storia
dell'arte vetraria veneziana è oggi il nuovo volume di
SilvanaEditoriale: un approfondimento ricco di testi e immagini
dedicati al radicato legame tra il vetro e il capoluogo veneto.
Curato da Tiziana Casagrande e
Ferruccio Franzoia, il libro – dal titolo Vetri veneziani
(nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) – prende
le mosse dalla sorprendente collezione donata dai coniugi Carla Nasci
e Ferruccio Franzoia alla Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda di
Feltre. Una raccolta di oltre ottocento pezzi che abbracciano un arco di
tempo che va dal XVIII secolo alla contemporaneità, offrendo uno
sguardo unico sulla produzione muranese.
I CAPITOLI DEL LIBRO
Il primo nucleo di opere
preso in esame all'interno del volume è incentrato sugli eleganti vetri liberty
e déco prodotti negli anni Venti. Il secondo gruppo è invece
rappresentato dai manufatti prodotti tra il 1925 e il 1960 riferibili
alla figura di Carlo Scarpa, designer e architetto che iniziò il suo
straordinario percorso professionale proprio come progettista con
alcuni vetrai attivi in Laguna. La terza tipologia di manufatti
documentata, infine, è quella dei vetri “da mensa”: oggetti di
consumo destinati a un uso effimero e dunque importante testimonianza
di gusto e costume.