La “Madonna del Baldacchino” di Raffaello torna finalmente nella sua antica collocazione, la cattedrale di Pescia, nell'ambito dell'iniziativa "Uffizi Diffusi".

Tra il Cinquecento e il Seicento la Madonna del Baldacchino, una delle più celebri pale d'altare di Raffaello, era collocata all'interno della suggestiva cattedrale di Pescia. Attualmente conservata a Palazzo Pitti, l'opera del maestro urbinate torna, dopo oltre trecento anni, nella storica sede toscana. Esposto nella Cappella Turini fino al 30 luglio prossimo, il capolavoro è stato ricollocato nel Duomo pesciatino grazie all'iniziativa Uffizi Diffusi, il progetto ideato da Eike Schmidt che promuove la diffusione delle opere degli Uffizi in vari luoghi della Toscana.L'OPERA DI RAFFAELLO NELLA CATTEDRALE DI PESCIA Realizzata tra il 1506 e il 1508, la Madonna del Baldacchino, oltre a essere una delle prime grandi commissioni religiose di Raffaello, rappresenta anche l'unica opera nota tra i lavori di destinazione pubblica appartenenti al periodo fiorentino del pittore rinascimentale. Caratterizzata dall'armonia delle figure e dalla delicatezza delle espressioni, la pala d'altare costituisce una preziosa testimonianza del linguaggio dell'artista, con rimandi a Fra Bartolomeo, Leonardo e Michelangelo. Il temporaneo "ritorno a casa" dell'opera rappresenta una occasione unica non solo per ammirare uno dei più celebri dipinti dell'artista urbinate, ma anche per contemplare l'opera all'interno della sua antica collocazione, riscoprendone il fascino originario. Insieme al capolavoro originale, trova spazio nella Cattedrale anche la copia seicentesca dell'opera firmata da Pier Dandini, realizzata come “alternativa” dopo l'acquisizione della pala raffaellesca da parte di Ferdinando de' Medici nel 1697.LA MADONNA DEL BALDACCHINO DI RAFFAELLO Commissionata a Raffaello dalla famiglia Dei, la Madonna del Baldacchino inizialmente doveva essere collocata all'interno della chiesa fiorentina di Santo Spirito, ma il pittore urbinate, chiamato improvvisamente a Roma da papa Giulio II che gli affidò la decorazione dei suoi appartamenti in Vaticano, la lasciò incompiuta. Successivamente, l'opera fu acquistata da Baldassarre Turini, grande amico dell'artista, che la collocò nella cappella di famiglia dentro la Cattedrale di Pescia, dove rimase fino al 1697, prima di essere acquisita dal Gran Principe Ferdinando de' Medici. Infine giunse a Palazzo Pitti, dove è stata conservata fino a oggi. [Immagine in apertura: courtesy Gallerie degli Uffizi]
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