Si intitola "Dürer. Mater et Melancholia" la nuova esposizione allestita negli spazi del museo di Rovereto che, a partire da una serie di capolavori di Albrecht Dürer e di maestri del calibro di Giorgio de Chirico e Umberto Boccioni, stimola una riflessione sul modo in cui, nel corso dei decenni, gli artisti hanno affrontato i temi della maternità e della malinconia.

Maternità e malinconia, due delle grandi tematiche attorno a cui ruotano secoli di arte, letteratura e filosofia, si fondono insieme in occasione della tradizionale mostra invernale allestita al MART di Rovereto. Intitolata Dürer. Mater et Melancholia e visitabile fino al 3 marzo 2024, l'esposizione approfondisce i due leitmotiv, ponendo a confronto una serie di incisioni e capolavori di Albrecht Dürer, tra cui la celebre Madonna col Bambino, con i lavori di alcuni dei più influenti maestri dell'arte antica, moderna e contemporanea: da Umberto Boccioni a Giorgio de Chirico, fino a Lucio Fontana e Adolfo Wildt.LA MOSTRA "NATALIZIA" DEL MART Ideato da Vittorio Sgarbi e curato da Daniela Ferrari e Stefano Roffi, il percorso espositivo prende avvio da una preziosissima raccolta di capolavori di Dürer che, provenienti dalle collezioni della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, esprimono perfettamente l'essenza dei due fil rouge della rassegna. L'inconfondibile Madonna col Bambino, realizzata dal pittore di Norimberga alla fine del XV secolo, racchiude i tradizionali paradigmi della maternità, legati all'amore eterno, ai valori umani e spirituali. Mentre Melencolia I, la più conosciuta tra le incisioni del maestro tedesco, costituisce l'esempio più celebre della rappresentazione malinconica. Attorno a questi capolavori universali si sviluppa l'itinerario della mostra trentina che, articolata in cinque sezioni, è costituita da circa settanta opere, in prestito da collezioni private e pubbliche come la Galleria d'Arte Moderna di Milano e il Museo Morandi di Bologna. A partire dai due capolavori di Dürer, il visitatore è invitato a riflettere sui due temi che hanno avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo artistico della cultura occidentale, attraverso i contributi di Medardo Rosso, Gino Severini e Giovanni Segantini.TUTTI GLI ARTISTI IN MOSTRA AL MART Con un progetto di allestimento firmato dagli architetti Michelangelo Lupo e Giovanni Wegher, la mostra raduna una serie di straordinarie creazioni che vedono protagonista, da un lato, il tema del rapporto tra madre e figlio, di cui sono emblema le opere di Boccioni, Fontana, Wildt e Segantini; dall'altro, il temperamento malinconico, tra nostalgia e mistero, a cui appartengono invece i lavori di Sironi, Colacicchi e De Chirico. Proprio del maestro della corrente metafisica il MART ospita anche lo straordinario Autoritratto con il fratello che, eseguito nel 1924, viene esposto per la prima volta dopo decenni. [Immagine in apertura: Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, 1899 - Comabbio, VA, 1968), Maternità, 1926. Collezione Sergio Casoli]
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