MAXXI Bulgari Prize

Domenica 27 novembre – ore 20:40

Arrivato al suo terzo traguardo, il MAXXI Bulgari Prize torna a premiare giovani talenti dell’arte contemporanea italiana. Il documentario in onda su Sky Arte domenica 27 novembre descrive l’edizione 2022: come ogni anno, anche stavolta sono stati selezionati tre dei migliori artisti esordienti nel panorama italiano, fornendo loro l’opportunità di produrre un’opera ad hoc. Le tre opere sono poi esposte nella cornice del museo romano e, dopo lo scrutinio di una giuria internazionale, l’opera dichiarata vincitrice entra a far parte della collezione permanente del MAXXI. I tre finalisti di quest’anno, Alessandra Ferrini, Namsal Siedlecki e Silvia Rosi, raccontano il premio attraverso il loro percorso creativo. Ad accompagnarli è la curatrice della mostra, Giulia Ferracci. Dall’ideazione delle opere alla realizzazione e installazione, il loro processo artistico è il filo che conduce nella realtà del MAXXI Bulgari Prize, regalando uno sguardo privilegiato sul mondo dell’arte contemporanea e sui suoi temi più attuali. Alessandra Ferrini, artista e ricercatrice, realizza un’opera frutto di una lunga ricerca accademica. La sua installazione sottolinea come l’eredità del colonialismo italiano sia ancora viva nella cultura contemporanea, portando a esempio un evento emblematico del passato recente: la visita di Gheddafi in Italia del 2009. Il tutto è veicolato da video, foto, da una minuziosa raccolta di articoli di giornale e da una performance che vede l’artista protagonista. Definito “artigiano digitale”, con le sue sculture Namsal Siedlecki ragiona sull’utilizzo, la trasformazione e lo sfruttamento delle materie prime. Ricorrendo alle ultime tecnologie disponibili in campo creativo, tra cui la stampa 3D e l’intelligenza artificiale, Namsal Siedlecki presenta opere figlie dell’antropocene, a metà tra l’avveniristico e il primordiale. Silvia Rosi, usando foto, video, registrazioni, affronta il tema dell’identità culturale per un’italiana di seconda generazione. Partendo dalla lingua con cui le parlavano quando era solo una bambina, Silvia Rosi compie un viaggio alla ricerca della sua identità culturale togolese, evidenziando le sfide poste a chi decide di intraprendere un percorso di questo tipo, tra barriere linguistiche e memoria da recuperare anche grazie all’ausilio di oggetti carichi di significato. Alle voci degli artisti si uniscono quelle della presidente della Fondazione MAXXI Giovanna Melandri, del direttore di MAXXI Arte Bartolomeo Pietromarchi, del CEO di Bulgari Jean-Christophe Babin e del direttore del WIELS Contemporary Art di Bruxelles, giurato d’eccezione, Dirk Snauwaert.
PUBBLICITÀ