Saranno gli studi di architettura guidati dall'architetta messicana Frida Escobedo e dall'architetto iraniano-americano Nader Tehrani a occuparsi di due distinti (e molto attesi) interventi di ristrutturazione che, nel giro di qualche anno, cambieranno il volto del Metropolitan Museum of Art.

Fondato nel 1870, il Metropolitan Museum of Art di New York vanta una collezione enciclopedica: dalle testimonianze delle civiltà classiche e dell'antico Egitto fino all'arte contemporanea, il suo sterminato patrimonio include anche raccolte di assoluto rilievo per gli ambiti della fotografia, del costume e delle arti applicate. Meta imperdibile per chi visita la Grande Mela, dopo aver recentemente annunciato la vendita all'asta della prima scultura cubista di Picasso, il MET sta per avviare una serie di interventi che porteranno al rinnovamento degli spazi espositivi. FRIDA ESCOBEDO PROGETTA IL RESTYLING DEL MET All'architetta messicana Frida Escobedo, scelta dopo una selezione internazionale, è stato affidato l'incarico per la ristrutturazione delle gallerie moderne e contemporanee del MET. Questa ala del complesso museale, pari a circa 7500 metri quadrati, sarà intitolata ai coniugi Oscar L. Tang, e Agnes Hsu-Tang, ai quali si deve la più generosa donazione della storia del museo. Per l'intervento, che dovrebbe durare sette anni, è stato stimato un investimento di 500 milioni di dollari e le aspettative sono molto alte. L'obiettivo che la direzione del museo intende raggiungere è infatti la creazione di "uno spazio vibrante ed esaltante che soddisferà le esigenze attuali e future del MET, promuovendo al contempo una vivace rappresentazione e rivalutazione dell’arte del Ventesimo e Ventunesimo secolo nel contesto di 5.000 anni di storia dell’arte", come indicato dal direttore Max Hollein e dalla vice direttrice Marina Kellen French. Per Escobedo, che sarà la prima donna a occuparsi della progettazione di una porzione dell'edificio, "l'ala Tang rappresenta un'opportunità per dare nuova vita all'arte del XX e XXI secolo, per celebrare le dinamiche che possiamo trovare nell'arte di epoche, aree geografiche e ideologie diverse, e per scoprire nuovi spazi per la riflessione individuale e la connessione con gli altri". Fra i progetti di successo dell'architetta rientra il Serpentine Pavilion 2018, a Londra, con cui ha dato prova di uno dei "punti di forza" del suo metodo di lavoro: il ricorso a materiali e geometrie semplici che, impiegati con modalità sofisticate, sono in grado di generare inedite esperienze spaziali. NADAAA RINNOVA LE GALLERIE D'ARTE ORIENTALE Entro il 2025, inoltre, il Metropolitan Museum of Art rinnoverà anche le gallerie dedicate all'arte antica del Vicino Oriente e di Cipro; si tratta di un settore che comprende testimonianze artistiche di notevole pregio, coprendo una vasta regione che include l'antico Iraq, l'Iran, la Turchia, la Siria, la costa del Mediterraneo orientale, lo Yemen e l'Asia centrale. A occuparsi di questa ristrutturazione sarà lo studio di architettura NADAAA; con sede a Boston, è guidato dall'architetto iraniano-americano Nader Tehrani. Il progetto, da 40 milioni di dollari, interesserà una superficie espositiva di circa 1400 metri quadrati ed è finalizzato a favorire il "dialogo" fra i vari settori, incoraggiando una lettura interconnessa delle antiche culture anziché singoli focus territoriali. Oltre a introdurre elementi architettonici che, attraverso il loro design e i loro materiali, evocheranno le origini geografiche delle opere d'arte esposte, l'intervento punta a migliorare le prestazioni dell'edificio sul fronte dei consumi. Ad esempio, attraverso la sostituzione dei lucernari attualmente presenti, si attende una riduzione del consumo energetico in quest'area del MET di circa il 40%, così da contribuire al raggiungimento degli obiettivi del piano strategico cittadino PlaNYC. [Immagine in apertura: Photo by Clay LeConey on Unsplash]
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