Con ben 80 appuntamenti in 46 sedi in tutta la città, la sesta edizione della Milano Arch Week è in programma dal 20 al 26 maggio. Il tema dell'anno è "architettura debole", scelto per porsi in ascolto dei bisogni della comunità e ricordare due maestri recentemente scomparsi: Gianni Vattimo e Andrea Branzi.

Parte il conto alla rovescia per la settimana milanese dedicata all’architettura e alle trasformazioni urbane: la sesta edizione della Milano Arch Week si prepara ad aprire i battenti dal 20 al 26 maggio, riunendo anche le più brillanti e interessanti proposte di associazioni, progettisti, cittadini attivi, organizzazioni locali (selezionate tramite l'open call). Quest’anno, la kermesse – che si avvale della direzione artistica di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e della curatela di Nina Bassoli, curatrice di Triennale Milano, e Matteo Ruta, docente del Politecnico di Milano – adotta come proprio tema l’architettura debole. Si tratta di quell'architettura capace di porsi in ascolto dei bisogni e delle aspettative dei cittadini, che dialoga con il territorio e i suoi abitanti. Implicito è l'omaggio a due maestri recentemente scomparsi: Gianni Vattimo, filosofo del Pensiero debole, e Andrea Branzi, progettista di una Modernità debole e diffusa.COSA ASPETTARSI DALLA MILANO ARCH WEEK 2024Architetti e designer internazionali, professionisti emergenti, urbanisti e paesaggisti di caratura internazionale sono stati invitata alla kermesse milanese per riflettere sulle fragilità della città, osservandole con occhi nuovi. Il cartellone delle lectures inaugura il 20 maggio con l’intervento dell'architetta di origine libanese Lina Ghotmeh al Politecnico di Milano, e prosegue con l’architetto e professore all’ETH di Zurigo Christian Kerez (21 maggio. Attesa anche per il talk di Alessandro Petti e Sandi Hilal, fondatori del collettivo DAAR – Decolonizing Architecture Art Research e vincitori del Leone d’Oro alla Biennale Architettura 2023 (in programma il 25 maggio). Analogamente alla passate edizione, riflettori puntati anche sulle tematiche nevralgiche dell'abitare contemporaneo: dall’housing sociale agli edifici in stato di abbandono, dalla riattivazione degli spazi in disuso all’inclusione sociale fino alla rappresentazione delle diverse comunità di Milano.AL VIA L'ATTESA MOSTRA SU GAE AULENTIImperdibile la retrospettiva dedicata all'architetta Gae Aulenti, con cui Triennale Milano dal 11 maggio celebra una delle più illustri progettiste della storia italiana. Scuole, teatri, associazioni, biblioteche, giardini, chiese disseminate in diversi quartieri della città sono i luoghi in cui si irradia la rassegna: ancora una volta, è l'intero territorio urbano a prendere parte alla Milano Arch Week, con un totale di 80 appuntamenti in 46 sedi diffuse. Numerose le performance in cartellone – tra cui il progetto Fever di Roberta Faust, (il 21 maggio), pensato per riappropriarsi di luoghi di transizione come la metropolitana cittadina – ma anche mostre, come la collettiva Why is living in Milan so Exhausting? ospitata dal Politecnico di Milano. Debutta il nuovo format As strong as you can, che propone una raccolta di racconti brevi legati all'architettura, in cui fragilità e debolezza ridefiniscono le prospettive e i confini della progettazione. Si concentrano nelle ore serali le proiezioni e i talk previsti nel Giardino Giancarlo De Carlo: sul grande schermo si susseguiranno Big Ears Listen with Feet di Beka & Lemoine, la pellicola Radical Landscapes di Elettra Fiumi e il documentario di Francesca Molteni Green Over Gray su Emilio Ambasz. Immancabile il tributo ad Andrea Branzi, con una serie di pellicole a lui dedicate.[Immagine in apertura: Milano Arch Week 2023, Tunnel Boulevard- Connecting Communities]
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