La stravagante collezione di volumi e oggetti d’arte appartenuti al celebre divulgatore scomparso nel 2020 è ora visitabile all’interno del refettorio dell’ex monastero di Sant’Agostino Bianco a Milano, nella Biblioteca del Daverio.

Dal 6 marzo scorso è possibile visitare a Milano, presso la Biblioteca del Daverio, la collezione di libri, oggetti e memorabilia accumulati nel corso della vita dal celebre storico dell’arte, saggista e divulgatore Philippe Daverio, scomparso il 2 settembre 2020. Le visite guidate, della durata di 40 minuti ciascuna con un minimo di 10 partecipanti, sono condotte dalla moglie di Daverio, Elena Gregori, e sono prenotabili dal sito La Vigna di Leonardo. LA BIBLIOTECA DEL DAVERIO A MILANO Il progetto di uno spazio dedicato a ospitare la bizzarra quanto ricca collezione di Philippe Daverio prende vita nel 2012 con l’inaugurazione della cosiddetta Biblioteca del Daverio. L’intima biblioteca si trova in una porzione ‒ più precisamente nelle stanze di servizio ‒ di quello che originariamente era il refettorio dell’antico monastero milanese di Sant’Agostino Bianco, trasformato in unità abitative nel Settecento. Daverio, che viveva in quello stesso palazzo, decise così di restaurare gli spazi dell’ex refettorio compreso il prezioso affresco con la Crocifissione di Donato Montorfano datato 1513 e quindi di poco successivo a quello realizzato nel Cenacolo di Santa Maria delle Grazie, di fronte al capolavoro di Leonardo da Vinci. Daverio amava collezionare tomi antichi, oggetti d’arte, mobili d’antiquariato alcuni dei quali già andati all’asta lo scorso anno presso Palazzo Crivelli, sede milanese della celebre casa d’aste Il Ponte. LA CARRIERA DI PHILIPPE DAVERIO Nato in Francia il 17 ottobre 1949 da padre italiano, Philippe Daverio frequentò gli studi a Milano dove si iscrisse alla facoltà di Economia e Commercio della Bocconi. Furono molte le gallerie da lui dirette nella città lombarda e la passione per l’arte confluì anche nella sua produzione editoriale. Autore di numerosi volumi e volto noto del piccolo schermo, Daverio contribuì infatti ad avvicinare il grande pubblico alla storia dell’arte, ricorrendo a un approccio inclusivo e facilmente accessibile anche ai non addetti ai lavori. [Immagine in apertura: © Biblioteca Daverio]
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