Le opere di Van Gogh e la sua fitta corrispondenza con il fratello Theo sono il fulcro dello spettacolo che sta per andare in scena al Teatro Arcimboldi di Milano.

Moltissimo è noto della vita di Vincent van Gogh, dei suoi pensieri e della sua opera attraverso la ricca corrispondenza con il fratello Theo, pubblicata dalla cognata di Vincent, Johanna Bonger, nel 1914. Proprio a lei si deve forse gran parte della riscoperta critica che ha accompagnato Vincent all'indomani della sua morte: senza il suo apporto sarebbe stato forse solo un grande “dimenticato dell'arte” per decenni. A partire dal 26 gennaio prossimo, sarà possibile immergersi in questo appassionante universo di arte e colori dell'epoca di Van Gogh grazie alla commedia musicale Van Gogh Café, in arrivo sul palcoscenico del TAM Teatro Arcimboldi di Milano, con la regia di Andrea Ortis. VINCENT VAN GOGH A TEATRO Lo spettacolo si svolge all'interno di uno dei mitici café chantant di Parigi, luogo di ritrovo di artisti e intellettuali, protagonisti degli anni d'oro della capitale francese. La narrazione prende spunto da un cameriere particolarmente curioso e insistente, Luc, che chiede all'antiquario monsieur Louis Philippe di raccontagli aneddoti e vicende legate a Van Gogh. Philippe, interpretato da Andrea Ortis, ricorda i momenti nodali della produzione artistica di Vincent, anche leggendo brani tratti dal suo corpus epistolare contenente le lettere inviate al fratello Theo. Il palcoscenico e l'intera sala si animeranno con proiezioni 3D dando vita a coinvolgenti rappresentazioni della Notte stellata o dei Campi di grano, ma anche del color giallo sole tipico dei girasoli o l'inconfondibile tinta lilla che caratterizza i dipinti raffiguranti l'iris. LO SPETTACOLO DI ANDREA ORTIS Lo spettacolo è ambientato nelle concitate ore che precedono la prima, e condensa il nervosismo, le emozioni, le paure e le rivalità presenti all'interno del corpo di ballo e tra i musicisti, ma anche la tensione tra la solista madame Odile (Floriana Monici) e la giovane cantante mademoiselle Aline (Chiara Di Loreto). Dal café chantant, lo spettatore si troverà poi immerso nelle lande del Borinage belga e nelle sue miniere di carbone, nel fermento della Parigi di metà Ottocento, nei parchi urbani della capitale francese, tra i vicoli di Montmartre o nell'assolato meridione provenzale di Arles. Lo spettacolo conta sulla direzione musicale del Maestro Antonello Capuano e sul corpo di ballo diretto da Marco Bebbu, nonché sull’ambiente scenico progettato da Gabriele Moreschi. [Immagine in apertura: © Virginio Levrio, Ouverture]
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