I grattacieli di Milano tra passato e presente
ARCHITETTURA
Il nuovo volume edito dalla
Fondazione dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano
si sofferma sugli sviluppi dell'architettura contemporanea, analizzando la tendenza di molte metropoli a salire "verso l'alto". All’interno
i saggi di Fulvio Irace e il dialogo con il progettista Jacques
Herzog.
Riflettere sul ruolo che il
grattacielo, icona per definizione della modernità, riveste nello
scenario dell’architettura del nostro tempo. Questo è il presupposto della nuova pubblicazione della Fondazione dell’Ordine
degli Architetti della Provincia di Milano: un volume che racconta la
vocazione dell'uomo a muoversi "verso l'alto", ieri come oggi.
Pubblicato all'interno della collana
Itinerari di architettura milanese, diretta da Maurizio
Carones, il libro – dal titolo Milano verticale – prende
in esame proprio l'esempio del capoluogo lombardo, autentico “laboratorio” dell'architettura contemporanea italiana.
L'ESEMPIO DI MILANO
“I primi edifici storici nascono
con una relazione forte con il contesto urbano, perché moltissimi
sono stati costruiti nell’immediato dopoguerra, il tempo della
ricostruzione, con il desiderio di riscatto di una Milano alla
rincorsa del mondo”, racconta Simona Galateo – curatrice del
volume. “Partendo dall’itinerario iniziale, oggi abbiamo
voluto aggiungere le realizzazioni più contemporanee, interpretando
l’edificio alto come dispositivo urbano, una sorta di strumento che
permette di concentrare le volumetrie, avere più spazio aperto e
meno consumo di suolo”.
I PROTAGONISTI DEL LIBRO
Sono tanti i protagonisti invitati a
offrire il loro contributo sul tema dello “sviluppo verticale”,
soprattutto in relazione alle nuove prerogative dell'emergenza
ambientale in corso. Tra questi l'architetto e accademico Fulvio
Irace – che introduce criticamente la progressione storica della
verticalità di Milano dai primi edifici sino a quelli
contemporanei –, il progettista svizzero Jacques Herzog, Federico
Ferrari e Stefano Andrea Poli – questi ultimi impegnati in una
serie di schede dedicate alle icone della Milano “verticale”:
dal Grattacielo Pirelli alla Torre Velasca, dall’edificio di Piero
Bottoni in corso Sempione alla Torre Breda di Luigi Mattioni.
Una scheda conclusiva di Simona
Galateo, infine, raccoglie gli edifici alti dei primi due decenni di
questo secolo, in una complessiva lettura delle trasformazioni urbane
che li hanno determinati.
[Immagine in apertura: © Giovanna
Silva]