La nuova edizione di “Palchi fioriti” porta in scena i classici greci e latini negli spazi pubblici milanesi, tra parchi e giardini urbani. Dalle commedie di Aristofane alle opere di Apuleio e Plauto, il festival regala al pubblico un'esperienza teatrale all'aperto.

Fin dai tempi antichi il teatro rappresenta una delle espressioni più nobili della società e dei suoi valori. Ancora oggi, il fascino di questa disciplina continua a far vibrare gli animi di intere generazioni, come dimostrato a Milano da Palchi fioriti,  sessione primaverile del festival Le mille e una piazza, la rassegna di teatro popolare dedicata ai classici greci e latini nei parchi della città. In programma fino al 10 giugno prossimo, la kermesse celebra la tradizione antica proponendo una serie di spettacoli gratuiti in una insolita cornice: gli spazi verdi di Milano.IL TEATRO GRECO E LATINO ALL'APERTO A MILANO Protagonisti della rassegna sono le aree pubbliche e i luoghi di aggregazione spontanea che diventano il palcoscenico perfetto su cui dare vita alle rappresentazioni classiche. L'obiettivo del festival è proprio quello di recuperare la dimensione pubblica nella quale il teatro affonda le sue radici: gli antichi testi greci e latini erano infatti recitati all'aperto. Tra gli spettacoli spiccano L'asino d'oro di Apuleio riscritto da Carlo Boso, i Menecmi di Plauto a cura della compagnia V.A.N. Verso Nuove Narrazioni, e le più celebri commedie di Aristofane, da Le rane a Gli uccelli, fino a Le nuvole e Pluto e Pace.IL FESTIVAL DEL TEATRO NEI PARCHI DI MILANO Ideato da Atelier Teatro con il patrocinio del Comune di Milano e il contributo dei Municipi del Comune di Milano, il festival coinvolge una fitta rete di compagnie di teatro popolare e l'A.I.D.A.S., Académie Internationale Des Arts du Spectacle di Versailles, diretta dal maestro Carlo Boso. Il risultato è un'iniziativa che punta a riscoprire le origini del teatro, valorizzare gli spazi pubblici milanesi e offrire un'esperienza immersiva unica. [Immagine in apertura: Le nuvole. Crediti fotografici Lorenzo Boccalari]
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