La storia del capolavoro incompreso di Van Gogh
ARTE
È considerato il primo quadro importante di Vincent van Gogh. Stiamo parlando de “I mangiatori di
patate”, testimonianza eccellente della vicinanza da parte del
pittore alle fasce più deboli della società. Una nuova mostra
ad Amsterdam ripercorre la fama (e la sfortuna) del capolavoro.
Prima ancora di essere il “maestro dei
girasoli”, prima ancora di essere autore di opere destinate a scrivere la storia dell'Espressionismo, Vincent van Gogh fu il pittore
degli ultimi. È infatti ben nota la vicinanza da parte dell'artista
olandese alla classe lavoratrice, la stessa che imparò
a conoscere da vicino alla fine degli anni Settanta dell'Ottocento.
Fu in questo periodo che il
giovane Vincent si recò nella regione carbonifera del Borinage, in
Belgio: qui, povero tra i poveri, l'artista ebbe modo di fare esperienza delle
estreme condizioni di disagio dei minatori, alimentando dentro di sé
un amore sincero e “paterno” per i meno fortunati. E anche nel
momento in cui Van Gogh decise finalmente di rivolgere la sua
attenzione al mondo dell'arte, il suo primo desiderio fu quello di
conferire a questi soggetti, abbandonati dal resto del mondo, dignità
attraverso la pittura.
IL REALISMO DI VAN GOGH
Testimonianza eccellente di questa
profonda solidarietà da parte dell'artista verso il mondo contadino
è l'opera I mangiatori di patate – il dipinto del 1885 che rappresenta a perfezione le intenzioni del pittore in quegli anni. Noto
come il primo vero capolavoro dell'artista, il quadro si caratterizza per il profondo realismo: al centro della scena sono infatti
collocati cinque umili agricoltori alla fine della giornata lavorativa. Seduti
attorno al tavolo, e privi di ogni compiacimento estetizzante, i
soggetti si palesano agli occhi del pubblico in tutta la loro
crudezza: un'interpretazione impietosa e realistica, confermata a livello pittorico dalle tinte cupe e dai lineamenti ruvidi dei commensali.
Il dipinto (realizzato durante il
soggiorno dell'artista a Nuenen, nei Paesi Bassi) fu a lungo
considerato dallo stesso autore uno dei traguardi più alti
raggiunti nel corso della sua parabola artistica. Tuttavia le grandi
aspettative furono presto tradite dalla critica, che
“bocciò” l'opera, precludendole ogni occasione di visibilità.
LA MOSTRA AD AMSTERDAM
Mai esposto nella Parigi del tempo, e
rimasto a lungo appeso nella casa dell'amato Theo,
instancabile sostenitore del fratello, l'iconico quadro sarà presto
al centro di una nuova rassegna, organizzata proprio dall'istituzione
che da tempo lo conserva nella sua collezione: il Van Gogh Museum di Amsterdam.
Aperta al pubblico a partire dal
prossimo 8 ottobre, The Potato Eaters: Mistake or Masterpiece?
si presenta come una vera e propria ode al dipinto, conferendogli il
giusto riconoscimento con un progetto esaustivo e ricco di
approfondimenti.
OLTRE LA SUPERFICIE DEL QUADRO
Aperto al pubblico fino al 13 febbraio
2022, il percorso espositivo raccoglie infatti – per la prima volta
in maniera così ragionata e corposa – documenti, bozze e dipinti
preparatori, lettere, ispirazioni (su tutte i quadri di Jozef
Israëls e Anthon van Rappard che tanto infuenzarono Van Gogh) e
riferimenti storici relativi al capolavoro.
Oltre a ciò, il pubblico sarà messo nella condizione di fare un salto nel tempo, sedendosi a
tavola con i commensali resi famosi dal pittore. Come? Grazie alla
creazione del modello in scala 1:1 della camera nella quale ebbe
luogo la scena. In questo modo i visitatori avranno l'occasione di
conoscere “da vicino” la dimora della famiglia De Groot-van
Rooij, immaginando – con un pizzico di fantasia – la situazione
vissuta (e ritratta) dal grande artista. Non sarà difficile, allora, riportare
alla mente le parole scritte dal pittore al fratello Theo: “Con
'I mangiatori di patate' ho voluto far capire che questa
povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi
dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle
patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e
lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di
mangiare ciò che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo
di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili”.
[Immagine in apertura: Vincent van
Gogh, The Potato Eaters, April-May 1885, oil on canvas, 82 x
114 cm, Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)]