C'è tempo fino al 29 agosto per visitare la retrospettiva dedicata ad Antonio Ligabue, al Palazzo Tarasconi di Parma. Un originale omaggio alla natura da parte di uno degli artisti simbolo del nostro Novecento.

Pennellate corpose, dense di colore e materia. Le opere di Antonio Ligabue sono il riflesso di una vita passata ai margini: un'esistenza tragica, quella del pittore nato a Zurigo nel 1899, che trovò nell'arte la naturale valvola di sfogo a tormenti e pulsioni altrimenti inconfessabili. Prima ancora che esponente di spicco della pittura naïf, prima ancora che celebrità all'interno di un sistema dell'arte che prima punisce e poi esalta, Ligabue è il rappresentante ideale di quella miriade di talenti nascosti tra le "pieghe" della storia: outsider relegati in un angolo a causa delle loro “stranezze”, di cui poco o nulla sappiamo perché incapaci di rispondere al gusto e agli stili del loro tempo. GENIO E SREGOLATEZZA Bistrattato per tutta la vita, Ligabue raggiunse una certa fama soltanto negli ultimi anni del suo percorso esistenziale: nota è la testimonianza di Severo Boschi, firma de Il Resto del Carlino che nel 1957 visitò l'artista nel suo studio a Gualtieri, realizzando un servizio con immagini tuttora celebri.  E proprio negli anni Cinquanta, spinto dall'interesse di critici e curatori come Renato Marino Mazzacurati, l'artista ebbe il suo periodo più prolifico. Appartengono a quell'epoca le tele dedicate al mondo animale: ritratti di belve alle quali “Toni al matt” (“Antonio il matto” in dialetto reggiano) si sentiva vicino, spirito libero stretto in un mondo incapace di capirne la natura. RISCOPRIRE ANTONIO LIGABUE Per conoscere da vicino la produzione di questo straordinario protagonista del Novecento italiano, il Palazzo Tarasconi di Parma ospita fino al 29 agosto Ligabue & Vitaloni. Dare voce alla natura, la grande retrospettiva dedicata ai temi che maggiormente hanno caratterizzato la parabola dell'artista. Ideata e realizzata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi, e organizzata nell'ambito del programma di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, la rassegna alza il sipario su ottantatré dipinti e quattro sculture di Ligabue: paesaggi, autoritratti e una “giungla” di belve, esposti all'interno di un allestimento di grande impatto visivo e teatrale. Arricchiscono il tragitto di visita le quindici opere plastiche di Michele Vitaloni, similmente legate al mondo degli animali. [Immagine in apertura: Antonio Ligabue, Leopardo. Olio su faesite, 1955, 64x79,7 cm]
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