La Villa Reale di Monza dedica una mostra a uno degli artisti italiani più originali e complessi del Novecento. A partire dall’11 febbraio, novanta opere fra dipinti, disegni, sculture e incisioni ripercorreranno la storia di Antonio Ligabue.

I disagi e i tormenti sperimentati da Antonio Ligabue nell’arco della propria vita trapelano dalle sue opere. Nonostante l’utilizzo di colori accesi, le pitture di Ligabue sono contraddistinte da un disagio esistenziale che l’artista intendeva esprimere a “gran voce”. Ad accendere i riflettori sulla vita e sul percorso creativo dell’artista scomparso nel 1965 è la Villa Reale di Monza, che ospiterà nella sua Orangerie la mostra Antonio Ligabue. L’uomo, l’artista, dall’11 febbraio al 1° maggio 2022. LA MOSTRA SU ANTONIO LIGABUE ALLA VILLA REALE DI MONZA L’esposizione riunirà novanta opere fra dipinti, incisioni, disegni e sculture, tracciando un percorso che approfondirà la gamma di soggetti ricorrenti nelle opere di Ligabue. Primi fra tutti gli animali, sia selvatici sia domestici, come nei dipinti Caccia grossa (1929), Circo (1941-42 ca.), Tigre reale (1941), Leopardo con serpente (1955-56), Testa di tigre (1957-58), solo per citarne alcuni. Spazio anche alle venti sculture in bronzo – perlopiù dedicate ancora una volta al mondo animale ‒ e alle opere raffiguranti scene di vita agreste e paesaggi che rimandano alla natia Svizzera, da cui l’artista fu espulso nel 1919. Infine, non potranno mancare i suoi famosi autoritratti, che pongono il volto dell’artista in primo piano e rispecchiano un malessere esistenziale di cui “sentiamo quasi il muto grido nel silenzio della natura e nella sordità delle persone che lo circondano”, come ha dichiarato il curatore Sandro Parmiggiani. L’ARTE DI ANTONIO LIGABUE Spesso inquadrato esclusivamente come pittore naïf e outsider, Antonio Ligabue fu in realtà un artista dalle tante sfaccettature. La rassegna in arrivo a Monza punta a individuare e a mettere in evidenza questa complessità, restituendo un dettagliato ritratto di un artista rivoluzionario, capace di tradurre in colori e linee di eccezionale impatto visivo tutta l’intensità dell’esistenza. [Immagine in apertura: Antonio Ligabue, Ritorno dai campi con castello, 1955-57, olio su tavola di faesite, 77x93 cm, collezione BPER Banca, Milano]
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