Il celebre scultore britannico Antony Gormley esplora il rapporto tra corpo umano e spazio con la mostra "Body Buildings", nella sede di Galleria Continua a Pechino. L'opera centrale, "Resting Place II", presenta 132 figure in terracotta che riflettono sul legame tra corpo e terra, mentre altri lavori indagano l’interazione tra infrastrutture urbane e relazioni umane.

Considerato uno degli scultori più innovativi e rivoluzionari del nostro tempo, il britannico Antony Gormley prosegue la propria ricerca artistica sul corpo umano e sul rapporto con lo spazio che abita, anche questa volta attraverso un gruppo inedito di sculture di grandi dimensioni e disegni. Presentata da Galleria Continua nella sua sede cinese, presso l’Art District 798 di Pechino, e visitabile fino al 15 aprile 2025, la mostra personale Body Buildings sollecita una riflessione critica su come gli ambienti che costruiamo siano in grado di rimodellare la nostra esistenza quotidiana e la percezione che abbiamo di noi stessi: un pensiero che l’artista porta avanti da oltre quarant’anni di carriera, individuando nel corpo umano l’unità di misura universale dello spazio abitato.LA MOSTRA DI ANTONY GORMLEY A PECHINOCome nella recente maxi-installazione nel giardino della Houghton Hall di Norfolk, anche questa volta il formato monumentale torna a essere protagonista, con una variazione nei materiali: in questo caso l’artista sceglie la terracotta, onnipresente nella cultura e nella tradizione cinese. L'opera centrale, Resting Place II, trasforma la galleria in un labirinto esplorativo composto da 132 figure umane a grandezza naturale: dei "corpi a riposo" composti da mattoni che funzionano come dei “pixel solidi”, sgranando l’immagine. Ben saldi al terreno, i corpi sono disposti in posizioni di relax, senza opporsi alla forza di gravità, invitando lo spettatore a riflettere sul tema della tensione. Come sottolineato dallo stesso artista, l’opera “evoca il rapporto del corpo umano con il suolo, la superficie della terra. E rimanda a due tipi molto diversi di 'abbandono': quello rilassato del corpo sulla spiaggia, a cui torniamo come luogo dei giochi di infanzia e del relax, e quello del migrante che ha cercato, forzatamente o liberamente, una nuova casa”. Muovendosi tra le figure, i visitatori contribuiscono a un’installazione dinamica che enfatizza la soggettività dell’esperienza di interazione con le sculture.IL CORPO UMANO IN RELAZIONE ALLO SPAZIO URBANOA completare l'esposizione, opere come Circuit, Ally, Short e Shame offrono ulteriori approfondimenti sulla relazione tra infrastrutture urbane e interazioni umane. La prima, ad esempio, trasforma le reti cittadine in un sistema circolatorio condiviso, mentre Ally esplora il modo in cui due corpi possono trovare equilibrio reciproco. Questi lavori interrogano la natura delle relazioni umane nel contesto urbano, rivelando quanto l'ambiente costruito influenzi le nostre connessioni interpersonali, mentre altre opere, come Rule III e Buttress, trasformano lo spazio del corpo in uno scheletro reticolare, simile alle strutture dei grattacieli moderni, suggerendo una riflessione sull'influenza reciproca tra l'ambiente edificato e la nostra identità corporea. Infine, alcuni disegni accompagnano le sculture, tra cui Singularity X e Lux, aggiungendo ulteriore profondità tematica, esplorando la luce e l'oscurità come metafore per la condizione umana contemporanea.[Immagine in apertura: Body Buildings,cvedute della mostra, Galleria Continua / Pechino, 2024. Cortesia: l'artista e GALLERIA CONTINUA, Copyright: © l'artista. Fotografo: Shao Li]
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