La rassegna inaugurata al Blanton Museum of Art, ad Austin, in Texas, fa il punto sulle attività lavorative quotidiane dei grandi artisti prima che potessero dedicarsi a tempo pieno alla loro passione.

Il Blanton Museum of Art della University of Texas offre una prospettiva inedita sul mondo del lavoro e sul suo legame con l’arte attraverso la mostra Day Jobs, che aprirà i battenti il prossimo 19 febbraio e sarà visitabile fino al 23 luglio. La mostra esporrà ben 95 opere di 38 artisti, sia affermati sia emergenti, di base negli Stati Uniti. Lo scopo della rassegna è analizzare il modo in cui il lavoro quotidiano ha influenzato e talvolta acceso la creatività degli artisti dei nostri tempi. Molti di essi infatti provengono da aree lavorative o professionali profondamente diverse e talvolta slegate dal mondo artistico, eppure questo, ben lungi dal costituire un problema, è stato per le loro menti geniali uno spunto e uno stimolo. LA MOSTRA IN TEXAS L'esposizione, ideata da Veronica Roberts e Lynne Maphies, è suddivisa in sette sezioni, che richiamano i settori del mondo lavorativo: Art World, Service Industry, Media and Advertising, Fashion and Design, Caregivers, Finance, Technology, and Law. La prima, determinante conversazione avuta dalla Roberts con un artista in precedenza inserito in un contesto produttivo diverso è stata quella con Sol LeWitt, che parlò della sua esperienza come receptionist presso il Museum of Modern Art di New York come una delle esperienze formative più importanti della sua vita. L'esposizione parte proprio da quell'epoca, in cui numerosi artisti tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso lavorarono per il MoMA nei più diversi settori organizzativi o manutentivi. I LAVORI DEGLI ARTISTI  La prima sezione, infatti, presenta numerosi impiegati eccellenti del MoMA, come Dan Flavin, che era addetto agli ascensori, Robert Ryman, addetto alla sicurezza, e Robert Mangold, a sua volta guardia di sicurezza ma anche impiegato della biblioteca. Nella sezione Service Industry la tipologia degli impieghi diventa quasi infinita: si va da Allan McCollum, che preparava i pasti per i voli della compagnia TWA, a Gregory Blackstock, che era lavapiatti, all'imbianchino Frank Stella. Media and Advertising riflette, tra le altre, sulle figure di Barbara Kruger, che lavorò come lead designer alla Condé Nast, e di Gretchen Bender, che fu film editor e regista. Immancabile la presenza di Andy Warhol, il quale mosse i suoi primi passi nei panni di illustratore pubblicitario. Nella sezione Fashion and Design spiccano artisti che iniziarono la loro carriera al servizio di altri creativi, come Emma Amos, assistente di Dorothy Liebes, oppure come professionisti in ambiti vicini a quello della moda: ne è un esempio Mark Bradford, ex hair stylist. Vivian Meier lavorò per decenni come tata, come evidenziato dalla sezione Caregivers, mentre la sezione conclusiva riunisce figure come quelle di Sara Bennett e Ragen Moss, attive nell'assistenza legale.[Immagine in apertura: Genesis Belanger, Stepford Wife / Sister Wife, 2018, stoneware, porcelain, plaster, and linen lampshade, overall: 27 × 14 × 10 in., Collection of Rachel Uffner, New York (photo: © Genesis Belanger, Courtesy of Mrs., Maspeth, NY)]
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