Emblema della modernità, banco di prova per i designer e oggetto della riflessione di intellettuali e artisti, l’automobile ha contribuito a plasmare la cultura del Novecento. La mostra in arrivo al MoMA di New York le renderà omaggio a partire dal 4 luglio.

Fin dai suoi esordi, l’automobile ha cominciato a farsi strada nel paesaggio urbano – reclamando spazi, influenzando lo stile di vita delle persone e imponendo, di conseguenza, nuovi criteri di organizzazione delle città, modellando letteralmente il paesaggio attraverso la costruzione di nuove infrastrutture a lei dedicate – e nell’immaginario delle persone. Impossibili da ignorare già nella vita quotidiana, le quattro ruote hanno avuto anche un ruolo di primo piano nella cultura artistica e progettuale del Novecento: per i designer hanno rappresentato un ambito in più nel quale mettere a frutto le proprie competenze, talvolta con esiti di altissimo livello, mentre agli artisti hanno fornito ispirazione e innumerevoli spunti critici. Partendo da queste premesse, uno dei templi internazionali dell’arte contemporanea – il MoMA di New York – torna a occuparsi dell’automobile con una mostra che esplora le trasformazioni sociali e culturali legate a quella che Roland Barthes descriveva come l’equivalente contemporaneo delle grandi cattedrali gotiche e Le Corbusier paragonava ai templi greci, giocando con il nome della Citroën DS e con la sua pronuncia, la stessa della parola francese “déesse” (dea). L’AUTOMOBILE TRA ARTE E DESIGN In programma dal 4 luglio al 2 gennaio 2022, Automania prende il nome da un film animato realizzato da John Halas nel 1964: Automania 2000, una satira dell’ossessione americana per l’auto e della cultura consumistica che si stava affermando proprio in quegli anni e che secondo il regista avrebbe raggiunto il culmine nel nuovo millennio. Il percorso espositivo si articolerà in due sezioni: al terzo piano del museo sarà presentata una selezione di dipinti, sculture, fotografie d’autore, film e modelli di architettura, oltre ad alcune vetture iconiche, per esempio il celebre “maggiolino” Volkswagen, mentre nell’Abby Aldrich Rockefeller Sculpture Garden si potranno ammirare altri nove esempi di design automobilistico, tra i quali una Citroën DS 23 Sedan degli anni Cinquanta-Sessanta e una Porsche 911 Coupé del 1965 di recente acquisizione. Tra le opere d’arte in mostra, tutte provenienti dalle collezioni del MoMA, ci saranno la celebre serie fotografica realizzata da Margaret Bourke-White in alcune fabbriche automobilistiche americane all’inizio degli anni Trenta, i disegni di Frank Lloyd Wright del 1955 per una “Road Machine” e la serigrafia Orange Car Crash Fourteen Times (1963) di Andy Warhol, che riproduce la fotografia di un incidente stradale, svariate volte e su un fondo di colore sgargiante. [Immagine in apertura: Ferdinand Porsche; Volkswagenwerk AG, Wolfsburg, West Germany. Volkswagen Type 1 Sedan. Designed 1938 (this example 1959). Steel, glass, and rubber, 59 x 60 1/2 x 13′ 4″ (149.9 x 153.7 x 406.4 cm). The Museum of Modern Art, New York. Acquired with assistance from Volkswagen of America, Inc.]
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