Più di cento pupazzi si danno appuntamento nella Grande Mela. Succede all'interno della mostra “Puppets of New York”, la rassegna dedicata a ventriloqui e marionette che hanno fatto la storia dell'America.

Da Oscar il Brontolone – il “muppet” protagonista del programma televisivo Sesame Street – al celeberrimo Howdy Doody – il ventriloquo che negli anni Cinquanta spopolò negli Stati Uniti grazie all'omonimo programma televisivo. Quello in mostra presso il Museum of the City of New York, a Manhattan, è un vero e proprio “esercito” di bambole e pupazzi che hanno fatto la storia del Paese a stelle e strisce. Che si tratti di trasmissioni sul piccolo schermo, spettacoli teatrali o bizzarri personaggi tratti dalla cultura pop, marionette e burattini hanno a lungo rappresentato l'evolversi dei linguaggi e dei costumi americani. Un aspetto sul quale la mostra Puppets of New York tenta di fare luce, soffermandosi sulla storia di questa forma di rappresentazione della realtà. PUPPETS OF NEW YORK Aperta al pubblico fino al prossimo 3 aprile, la rassegna analizza l'impatto dei burattini sulla città di New York, indagando l'enorme influenza che questa forma d'arte ebbe sulla cultura locale e non solo. Sono oltre cento i pupazzi raccontati ai visitatori, provenienti da ambiti artistici e creativi differenti ma tutti rimasti nell'immaginario collettivo come simbolo dell'identità nazionale. LA MOSTRA AL MUSEUM OF THE CITY OF NEW YORK Attraverso video, foto e naturalmente riproduzioni da collezione, i personaggi sono approfonditi all'interno del percorso espositivo, diviso in tre sezioni: The Stage (che esamina il modo in cui i pupazzi si sono imposti nella cultura teatrale locale, dai primi spettacoli del 1920 presso il Modicut Yiddish Theater fino ai grandi successi di Broadway), The Set (che si sofferma sulla presenza dei “puppets” nel mondo televisivo) e The Street (dedicata ai contatti tra marionette, pupazzi e cultura popolare underground). Inclusa nel palinsesto dell'International Puppet Fringe Festival, la mostra è accompagnata da una serie di talk e laboratori dedicati alla storia dei protagonisti ma anche a quella degli artigiani newyorkesi che, nel corso dei decenni, hanno contribuito a “esportare” questa forma d'arte anche oltreoceano. [Immagine in apertura: Richard Termine. Sunday in New York at the Brooklyn Academy of Music. June 8, 2014. Reproduction. Courtesy of the photographer]
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