Con l'intento di alimentare la riflessione su urgenti questioni ambientali, l’HEK di Basilea ospiterà, dal prossimo 3 settembre, numerose opere di artisti di fama internazionale che fanno uso di innovativi strumenti tecnologici per proporre soluzioni e modelli alternativi di vita più sostenibile.

Proponendo un possibile dialogo con la natura e una relazione più equilibrata tra esseri umani ed ecosistemi, attraverso un uso creativo dei media digitali e delle nuove tecnologie (come intelligenza artificiale, realtà virtuale, installazioni interattive e immersive e sculture multimediali), in Svizzera, un interessante progetto espositivo invita il pubblico a sfidare la narrazione che considera l'uomo al centro del mondo esistente. Earthbound – In Dialogue with Nature, questo il titolo della rassegna in programma negli spazi dell’HEK di Basilea dal 3 settembre al 13 novembre prossimi, include, così, più di venti artisti internazionali che affidano a un approccio interdisciplinare la riscoperta del legame con la natura.LA MOSTRA ALL’HEK DI BASILEA La mostra, curata da Sabine Himmelsbach e Boris Magrini, rappresenta una versione ampliata e più approfondita dell’esposizione andata in scena fino allo scorso 14 agosto all’interno dei locali della Möllerei, una ex acciaieria sita a Esch Belval, nella città lussemburghese di Esch-sur-Alzette, Capitale Europea della Cultura 2022. L’esposizione svizzera mostra, infatti, per la prima volta, le ultime opere di James Bridle e di Robertina Sebjanič. Così come le nuove produzioni a cura dell’artista multimediale austriaca Ursula Endlicher. Presente, inoltre, anche il progetto di ricerca multidisciplinare MITWELTEN. Medienökologische Infrastrukturen für Biodiversität condotto dalla svizzera Academy of Art and Design FHNW.ARTE E SALVAGUARDIA DEL PIANETA Gli artisti in mostra non utilizzano, però, la tecnologia come garanzia per un futuro migliore né, tantomeno, pensano che una soluzione puramente tecnologica possa riuscire a salvare il pianeta. Impiegano, piuttosto, gli strumenti tecnologici per illuminare processi ecologici altrimenti invisibili, mirando a contribuire a una più sana ed equilibrata convivenza con i nostri ecosistemi. Da qui il titolo della mostra Earthbound: abbiamo una sola e unica "casa", l’eventuale vita su altri pianeti non rappresenta un’opzione. [Immagine in apertura: Melodie Mousset & Edo Fouilloux, The Jellyfish, 2020, Screen shots from VR. Courtesy the artists]
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