“Giacomelli / Burri. Fotografia e immaginario materico” è il titolo della nuova rassegna al Palazzo del Duca di Senigallia. Un progetto itinerante che indaga le visioni sul paesaggio di due grandi protagonisti dell'arte italiana.

È il 1966 quando avviene il primo incontro tra Mario Giacomelli e Alberto Burri. Il primo, fotografo, non ancora consapevole dei propri mezzi (“Quando l’ho incontrato io dipingevo, ero tra figurativo e astratto, dopo invece sono stato troppo influenzato dalla sua pittura e ho smesso”, dirà); l'altro pioniere dell'arte informale già noto all'epoca per i suoi “sacchi” e per le sue plastiche bruciate. Nel mezzo di questi due giganti, la terra, nel senso più concreto (agreste) del termine. Distanti nella pratica ma vicini nelle intenzioni, i due autori saranno presto al centro di un importante progetto espositivo: una mostra a più tappe, pronta a prendere il via il 1° luglio a Senigallia, negli spazi del Palazzo del Duca della città in provincia di Ancona.PAESAGGI A CONFRONTO Curata da Marco Pierini, e visitabile fino al 26 settembre, Giacomelli / Burri. Fotografia e immaginario materico racconta – attraverso un cospicuo nucleo di fotografie (e non solo) – il rapporto di lavoro, stima e ammirazione tra i due protagonisti, sottolineando le affinità e la comune visione sul tema del paesaggio e del territorio. A dominare il percorso espositivo sono infatti soprattutto gli scatti di Giacomelli provenienti dalle serie Presa di coscienza sulla natura, Storie di Terra e Motivo suggerito dal taglio dell’albero. Gli sguardi dell'artista marchigiano, da sempre rivolti alle campagne intorno a Senigallia, si incontrano nel tragitto di visita con alcune opere grafiche di Burri, come la serie Combustioni 1965 e Cretti 1971. Le crepe e le bruciature dei materiali del maestro umbro richiamano per analogia visiva i solchi di terra delle colline di Giacomelli, creando un dialogo fra pittura e fotografia tutto giocato sui limiti e sulle possibilità del linguaggio astratto e informale. A conclusione della tappa marchigiana, la mostra si sposterà in autunno al MAXXI di Roma, facendo infine calare il sipario sul progetto alla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri a Città di Castello. [Immagine in apertura: Alberto Burri, Sacco, 1955. Courtesy Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri © Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. Photo Alessandro Sarteanesi]
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