L'arte e il talento di Michelangelo sono descritti dai tre calchi otto-novecenteschi delle Pietà da lui realizzate nell'arco della sua eccezionale carriera. Ad accoglierli è la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano.

Ogni grande artista ha un soggetto ricorrente nella propria produzione, un tema che lo sprona ad affinare lo stile o a esplicitare modelli e ispirazioni che, in un determinato momento, ne influenzano la ricerca. Per Michelangelo il soggetto ricorrente è la Pietà, a cui sono dedicati i tre capolavori noti come la Pietà vaticana, la Pietà Bandini e la Pietà Rondanini. Realizzate in momenti diversi della storia artistica di Michelangelo, le tre sculture ritmano la sua crescita in ambito plastico, tracciando una linea ideale che connette la giovinezza alla maturità e che unisce i punti sui quali si innesta la parabola creativa di uno dei maestri indiscussi del Rinascimento. LE TRE PIETÀ DI MICHELANGELO Nel 1498, appena ventenne, Michelangelo diede inizio alla Pietà vaticana, rispondendo alle richieste della committenza con un lavoro scultoreo di grande levigatezza, aspetto comune a tutti i suoi lavori giovanili. La Pietà Bandini, datata fra il 1547 e il 1555, affonda le radici in un registro formale ben diverso, frutto dell'esperienza maturata dall'artista nel corso degli anni e di una crisi che spinse Michelangelo a porre in discussione la pratica stessa della scultura. Fu un vero e proprio corpo a corpo con il marmo quello messo in campo da Michelangelo durante la realizzazione della Pietà Bandini: il marmo, troppo duro e solcato da impurità, spinse addirittura l'artista a prendere a martellate la sua opera, rompendola in più punti. La Pietà Rondanini, ora al Castello Sforzesco di Milano, impegnò l'artista fino al termine dei suoi giorni e sintetizza perfettamente l'estetica del "non finito" che accompagna i suoi interventi più maturi. La mostra Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi, in programma al Palazzo Reale di Milano dal 22 ottobre al 22 gennaio 2023, ripercorre la vicende delle tre Pietà riunendo i relativi calchi otto-novecenteschi e ponendosi in ideale continuità con la mostra andata in scena al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Curata da Giovanna Mori, Domenico Piraina e Claudio Salsi, la rassegna conta sullo spettacolare allestimento di Massimo Chimenti, che amplifica l'impatto visivo delle Pietà michelangiolesche. LA MOSTRA MILANESE ISPIRATA A MICHELANGELO A emergere sono anche le ragioni che hanno determinato la realizzazione dei calchi, utili a orientare restauri e scelte espositive rispetto alle opere originali. Il calco della Pietà di San Pietro della Città del Vaticano risale al 1975, in seguito all’atto vandalico del 1972 ai danni della scultura, mentre il calco della Pietà di Santa Maria del Fiore a Firenze, detta Pietà Bandini, custodito nella raccolta della Gipsoteca fiorentina dell’Istituto d’Arte di Porta Romana, è datato 1882 circa e quello della Pietà Rondanini fu commissionato nel 1953 per determinare la migliore collocazione della scultura, conservata dal 1952 nel Castello Sforzesco. Le parole di Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, chiariscono gli intenti dell'esposizione: “Grazie ai tre preziosi calchi, questa mostra spettacolare, allestita in una delle più belle sale della città, potrà raccontare ai visitatori l’evoluzione della sensibilità di Michelangelo lungo tutto l’arco della sua vita. Sarà una grande emozione poter abbracciare con un solo sguardo tutte le tre Pietà, e il confronto, a Milano, potrà essere integrato dalla visita al Museo della Pietà Rondanini al Castello Sforzesco, dove si trova l’originale dell’ultima Pietà, quella a cui il Maestro lavorò fino agli ultimi giorni della sua vita”.[Immagine in apertura: rendering Sala delle Cariatidi. Nella fase Dettagli d’autore vengono proiettate gigantesche immagini sui sudari che fanno da sfondo a ciascuna opera]
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