Con un'importante mostra dedicata al nucleo di arredi che Carlo Mollino progettò per Casa Albonico, la Triennale di Milano celebra, fino al 7 novembre, tutta la maestria dell’eclettico artista e architetto torinese.

Personaggio di spicco della cultura italiana del secolo scorso, Carlo Mollino è sempre riuscito a contraddistinguersi per la capacità di fondere insieme, nella sua produzione, un'irrefrenabile creatività e un rigore quasi maniacale. Rintracciabili nelle sue tante opere, dai progetti architettonici fino alle fotografie, questi due tratti distintivi hanno permesso a Carlo Mollino di promuovere un certo ritorno all’artigianalità, dando vita, al contempo, a un genuino rapporto con l’oggetto artistico. Nell’ottica di rileggere l’opera del designer sotto lenti inedite, la Triennale di Milano offre (fino al 7 novembre) la possibilità di scoprire gli arredi che l’artista torinese progettò per Casa Albonico.CARLO MOLLINO ALLA TRIENNALE Realizzati tra il 1944 e il 1946, gli oggetti d’arredo dell’abitazione torinese (di proprietà dell’amico ingegnere Paolo Albonico) evidenziano una ricerca ossessiva verso la forma, riconducibile anche al forte interesse che Mollino nutriva per il secondo Futurismo. Caratterizzato dalla presenza di alcuni motivi biomorfi (simbolo di un rinnovato rapporto con la natura), il corpus delle opere si compone di due tavoli – di cui uno con piano a libro – sei sedute, un divano, due poltrone, alcune seggiole di servizio, delle credenze e un armadio-scrittoio.  A influenzare la produzione artistica del designer e architetto vi fu sicuramente anche la frequentazione con numerosi artisti dell'epoca, tra i quali emerge lo scultore Umberto Mastroianni. Un chiaro segno di questa amicizia la si ritrova nella presenza di un piccolo busto di donna in bronzo posto come giunto di sostegno in uno dei mobili disegnati per la casa: un raffinato oggetto che rivela l’attrazione di Mollino nei confronti della dinamicità formale decantata da maestri come Umberto Boccioni.GLI ARREDI PER CASA ALBONICO Curata da Marco Sammicheli, la mostra Carlo Mollino. Allusioni Iperformali è frutto di una vera e propria operazione di preservazione del patrimonio pubblico. Grazie al lavoro della Soprintendenza, è stato infatti possibile riscontrare un’anomalia di datazione degli oggetti nella recente pratica di acquisto, da parte di un noto museo europeo di design, di alcune delle opere di Casa Albonico.  La scoperta di questo errore non secondario ha fatto sì che l’intera collezione non venisse frammentata, aprendo la strada verso un acquisto coattivo dell’intero nucleo di arredi. Oltre agli oggetti di design, la mostra contiene anche alcuni carteggi inediti – conservati nell’archivio della Triennale –, dei disegni originali provenienti dall’archivio del Politecnico di Torino e altri documenti giunti da archivi privati. Ad arricchire il percorso espositivo vi sono, infine, gli interventi del compositore Painè Cuadrelli e dell’artista Corrado Levi, allievo di Mollino alla facoltà di architettura a Torino.[Immagine in apertura: © Triennale Milano. Foto di Gianluca Di Ioia]
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