È il corpo umano, con tutte le sue sfaccettature, il protagonista della grande mostra in arrivo al Palazzo Reale di Milano. Gino De Dominicis, Carol Rama e Christian Boltanski sono solo alcuni degli artisti scelti per approfondire il tema della rassegna in programma dal 27 ottobre al 30 gennaio.

Il corpo umano è da sempre al centro dell'indagine artistica. Dalla paleolitica Venere di Willendorf fino alle più recenti azioni performative, la storia dell’arte è notoriamente costellata di opere ed esperienze nate da ragionamenti sul concetto di corpo: una tematica inesauribile che, soprattutto nella nostra epoca, trova terreno fertile per ulteriori riflessioni. LA MOSTRA SUL CORPO A MILANO È proprio il corpo umano, con tutte le sue molteplici sfumature, il protagonista del nuovo progetto espositivo che, dal 27 ottobre al 30 gennaio, “invaderà” il Palazzo Reale di Milano. Curata da Francesca Alfano Miglietti, la mostra Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima si presenta come un viaggio nel segno del dialogo tra arte e corpo. Un racconto corale incentrato sulla rappresentazione dell’essere umano, sia attraverso l’esibizione del corpo sia mediante la sua sparizione. LE OPERE E GLI ARTISTI  Con oltre 110 opere esposte – fra videoinstallazioni, sculture, dipinti e fotografie –, sono 34 gli artisti in mostra; tra questi alcune figure iconiche che hanno trasformato il corpo umano in "materia" creativa a tutti gli effetti, come Carol Rama e Urs Lüthi. E poi, ancora, Christian Boltanski, Yael Bartana e Michal Rovner, fino al geniale Gino De Dominicis, che più di altri ha saputo approfondire le dinamiche dell'apparenza e dell'invisibilità.  Ad arricchire la rassegna sarà una sezione interamente dedicata a Lea Vergine, critica formidabile che ha dato un contributo essenziale agli studi sulla Body Art. [Immagine in apertura: Urs Lüthi. Low Action Game II, from Placebos & Surrogates, 2001. Resina sintetica, legno, vestiti e parete azzurra con la frase "ART FOR A BETTER LIFE", dimensioni umane. Courtesy: Collezione Paolo Brodbeck. Fotografie: copyright Urs Lüthi & VG Bild-Kunst, Bonn]
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