La Biblioteca Reale di Torino espone fino al 17 luglio 2022 un corpus speciale di disegni appartenenti alla collezione interna dell’istituzione e realizzati da allievi e seguaci di Raffaello Sanzio come Giulio Romano, Parmigianino, Peruzzi, Polidoro da Caravaggio, Baccio Bandinelli e Girolamo da Carpi.

In occasione del 500esimo anniversario della morte di Raffaello, nel 2020 ebbe inizio il progetto di selezione e catalogazione dei disegni custoditi nelle collezioni e negli archivi della Biblioteca Reale di Torino e realizzati da artisti che ruotavano intorno a Raffaello Sanzio. Così, fino al 17 luglio 2022, è possibile ammirare uno straordinario nucleo composto da 26 disegni del Cinquecento riconducibili proprio alla cerchia del Maestro. La mostra, curata da Angelamaria Aceto, ricercatrice presso l’Ashmolean Museum di Oxford, l’Istituto che conserva la più importante raccolta di disegni di Raffaello al mondo, ripercorre circa settant’anni di storia del disegno italiano, da Perugino, alla cui scuola Raffaello impara tutto sull’arte, fino ad arrivare, in una fase più matura, all’apertura della bottega romana dove il Maestro diviene punto di riferimento per numerosi giovani artisti come Giulio Romano, Parmigianino e Peruzzi. I DISEGNI IN MOSTRA A TORINO Il percorso espositivo della mostra Nel Segno di Raffaello. Disegni del Rinascimento italiano dalle collezioni della Biblioteca Reale è articolato in tre sezioni: Perugino e la formazione di Raffaello in Umbria, I seguaci di Raffaello a Roma negli anni delle committenze pontificie e I continuatori di Raffaello. Con l’intento di far comprendere appieno l'importanza del disegno nella formazione di ogni artista, la mostra include grandi pannelli didascalici in cui i preziosi disegni rinascimentali italiani vengono messi a confronto con ulteriori disegni posseduti da altri musei. I DISEGNI REALIZZATI DALLA CERCHIA DI RAFFAELLO La prima sezione della rassegna è incentrata sui disegni del Perugino, che nella propria bottega umbra insegna al giovane Raffaello i canoni classici, le proporzioni e la prospettiva, contribuendo in maniera determinante al suo percorso formativo. La seconda sezione è dedicata, invece, ai seguaci di Raffaello, che giungono da tutta Italia nella bottega romana del maestro urbinate. Il grande quantitativo di commissioni e la generosità di Raffaello lo portano, già in questo periodo, a delegare il lavoro ad alcuni suoi allievi come Giulio Romano, Polidoro da Caravaggio, Perino del Vaga, Baldassarre Peruzzi e Vincenzo Tamagni. Nell’ultima sezione viene invece analizzato il clima di grande fermento creativo nella Roma di Clemente VII, dove numerosi seguaci di Raffaello, tra cui il Parmigianino, trovano la meritata visibilità. [Immagine in apertura: Pietro Vannucci, detto il Perugino, Giovane che suona il liuto e particolari dello studio delle sue mani, 1490-1500 circa. Punta metallica, biacca parzialmente ossidata e inchiostro marrone chiaro acquerellato su carta preparata rosa. Inv. 15736 D.C.]
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