In occasione del centenario della prima visita di Escher a Roma, Palazzo Bonaparte accoglie la più grande monografica mai dedicata al maestro olandese. Attraverso una serie di oltre trecento opere, il percorso espositivo ripercorre la carriera del celebre incisore, facendo luce soprattutto sul suo periodo romano, dal 1923 al 1955.

Indimenticabile incisore e grafico, celebre per le sue costruzioni impossibili e per le sue esplorazioni dell'infinito, Maurits Cornelis Escher è protagonista assoluto a Roma: nella cornice di Palazzo Bonaparte va infatti in scena la più grande monografica a lui mai dedicata. Intitolata, semplicemente, Escher e visitabile fino al 1° aprile 2024, l'esposizione fa luce sulla produzione e sul particolarissimo stile del maestro olandese, in occasione del centenario della sua prima visita a Roma, avvenuta nel 1923.LA MAXI MOSTRA DI ESCHER A ROMA Una serie di oltre trecento opere, tra cui spiccano alcuni dei suoi capolavori più iconici, come Mano con sfera riflettente, Vincolo d'unione, Metamorfosi II e la celebre raccolta degli Emblemata, esplora l'affascinante linguaggio dell'artista capace di dare forma, attraverso inconfondibili incisioni e litografie, a un vero e proprio mondo immaginifico e impossibile, un universo parallelo in cui l'arte si mescola con la matematica, la scienza, la fisica e il design. Ad arricchire il percorso espositivo, curato da Federico Giudiceandrea e Mark Veldhuysen, è anche la serie completa dei dodici “notturni romani”, realizzata da Escher nel 1934 durante la sua permanenza nella Capitale: un periodo che fu per il maestro di grande ispirazione.IL PERIODO ROMANO DI ESCHER Dopo aver viaggiato in giro per l'Italia nel 1921 – dalla Toscana alla Liguria, fino all'Umbria – Escher giunse a Roma, dove rimase per ben dodici anni, dal 1923 al 1955, vivendo nel quartiere di Monteverde vecchio. La permanenza nella Capitale ebbe un forte impatto sulla produzione artistica del maestro che in quegli anni, affascinato dalle straordinarie architetture e dai suggestivi scorci romani, si dedicò alla realizzazione di litografie e incisioni di paesaggi e vedute della città. In particolare, Escher amava trascorrere notti intere a disegnare, seduto su una sedia pieghevole e con una piccola torcia appesa alla giacca: ed è proprio a questa fase della sua attività che appartiene la celebre raccolta dei “notturni romani” del 1934.[Immagine in apertura: Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935. Litografia, 31,8x21,3 cm. Collezione Maurits, Bolzano. All M.C. Escher works © 2023 The M.C. Escher Company]
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