In mostra a Firenze il capolavoro che potrebbe essere di Rembrandt
ARTE
L'esposizione di Palazzo Medici Riccardi dedicata all'Adorazione dei Magi ricostruisce la vicenda del ritrovamento dell'opera e approfondisce le modalità dell'attribuzione al maestro olandese.
Il dipinto che sarà esposto fino al 29 gennaio prossimo
presso Palazzo Medici Riccardi è quanto di più adatto possa trovarsi a Firenze
per accompagnare l'atmosfera delle festività natalizie. La rassegna Studiando
Rembrandt. Individuare il prototipo, vedere l'invisibile. L'Adorazione dei Magi
permette infatti di conoscere un'opera che recentemente ha suscitato grande
interesse, soprattutto in seguito alla presentazione, durante un simposio a
Villa Medici a Roma nel 2021, dei risultati delle ricerche compiute sul dipinto.
L’ATTRIBUZIONE DELL’OPERA A REMBRANDT
Tutto inizia nel 2016, quando il dipinto, di proprietà di una
famiglia romana, cade accidentalmente e viene sottoposto a un intervento di
restauro. Durante la pulitura dell'opera, però, qualcosa balza all'occhio della
restauratrice Antonella Di Francesco: lo stile sembra proprio quello del maestro olandese. Il dipinto in effetti misura 54 per 43,5 centimetri, un
formato assimilabile ad alcune incisioni realizzate da Rembrandt sul tema dell’Infanzia
e della Passione di Cristo. Viene deciso di effettuare sull'opera alcune
accurate ricerche scientifiche promosse dalla Fondazione Patrimonio Italia e
dalla Fondazione Teerlink per determinarne le caratteristiche fisiche e verificare
lo stile riconducibile a Rembrandt. Dalle analisi è emerso che anche sulla tela
di proprietà della famiglia romana è presente una peculiarità tipica del genio
olandese: Rembrandt era solito realizzare dei bozzetti su carta, marcare i
volumi e i contorni con una prima velatura a olio per poi applicarla su tela e
proseguire con le velature successive. Le analisi diagnostiche hanno rivelato
la presenza di questi disegni a mano libera quasi invisibili al di sotto dello
strato pittorico. Numerosi pentimenti sono stati inoltre riscontrati dalla
riflettografia a infrarossi, segno che si possa trattare di un'opera prima, non
copiata da un modello preesistente.
L'ADORAZIONE DEI MAGI IN MOSTRA A FIRENZE
Se L'Adorazione dei Magi di Roma è effettivamente
opera di Rembrandt, occorre rispondere ad alcune domande relative
all'iconografia, riscontrabile anche in altri dipinti di soggetto analogo
conservati al Museo d'arte di Göteborg e a San Pietroburgo. L'ipotesi è che
quello romano, proveniente da una collezione di origine cinquecentesca, sia in
effetti il prototipo perduto delle altre due versioni. In effetti anche il Rembrandt
Research Project aveva dato per persa l'opera archetipica. I visitatori della
mostra di Firenze potranno vedere le immagini del dipinto ottenute con la
tecnica della riflettografia a infrarossi, approfondire lo stile di pittura del
quadro, nonché il contesto sociale e culturale al tempo della sua realizzazione. Indispensabile anche un approfondito raffronto con le opere simili di Göteborg
e di San Pietroburgo. Valentina Zucchi, curatrice del museo di Palazzo Medici
Riccardi, rileva come la mostra sia un'occasione per mettere in luce il rigore
necessario alla ricerca storico-artistica e l’importanza delle “indagini
diagnostiche riferite a un’opera d’arte, imprescindibili strumenti per il
corretto studio di un documento artistico e per la sua più opportuna
conservazione”.
[Immagine in apertura: Rembrandt (attr.) Adorazione dei Magi, Roma, Collezione privata]