L'archeologia è glamour con Francesco Vezzoli
ARTE
Il percorso creato dall’artista rilegge l’arte antica e l’archeologia attraverso il prisma del contemporaneo, mettendo in scena otto sculture nei luoghi chiave della Brescia Romana e longobarda. Un cortocircuito tra passato e presente che passa anche attraverso la cultura pop, con richiami al cinema e alla televisione.
Francesco Vezzoli torna “a casa”, cioè a
Brescia, dove e è nato nel 1971, con un progetto site specific che
lo vede impegnato nella doppia veste
di curatore e artista.
Nell’anno delle celebrazioni per il
ritorno della Vittoria Alata, il bronzo del primo secolo dopo Cristo
restaurato dall’Opificio delle Pietre dure di Firenze e da poco
reintegrato nella sede originaria, l’artista ha costruito un
percorso diffuso tra le più importanti vestigia di epoca romana e
longobarda della città – dal Parco archeologico di Brescia
Romana al Complesso museale di Santa Giulia, inserito nella Lista del
Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO insieme ad altre
testimonianze dello stesso periodo sparse per il nord Italia.
Qui, le otto sculture protagoniste di Palcoscenici
Archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli, visitabile
fino al 9 gennaio 2022, dialogano con la Vittoria Alata e con le
altre preziose testimonianze del passato, gettando metaforici ponti
tra la classicità e l’immaginario contemporaneo attraverso una
rete di rimandi all’arte del Novecento, al cinema e alla
televisione.
LE OPERE DI VEZZOLI A BRESCIA
La Nike Metafisica di Vezzoli, per esempio, che
è stata posta al Capitolium, ai piedi della scalinata che conduce al
pronao esastilo, e che entrerà a far parte delle collezioni civiche
bresciane grazie al contributo di Italian Council (il progetto
espositivo ha vinto il bando lanciato nel 2019), riprende la Nike di
Samotracia conservata al Louvre, ma lo fa usando un materiale di oggi
– il cemento – e con l’aggiunta di una grande testa da
manichino dechirichiano. Achille!, un’opera inedita e mai esposta
prima, presentata nell’aula centrale del tempio romano, rielabora
un busto settecentesco dell’eroe omerico guardando alla
top model Twiggy in un iconico ritratto fotografico di Richard
Avedon. God
is a Woman (after Constantin Brâncuşi), posta all’interno del
Santuario Repubblicano del Parco Archeologico, si ispira alle
sculture dell’artista romeno, mentre le due statue metalliche
collocate rispettivamente sul terrapieno del parco archeologico e
all’interno della Domus dell’Ortaglia chiamano in causa
nientemeno che Sophia Loren e Kim Kardashian.
“Francesco Vezzoli rende vivo e vitale il
rapporto tra gli artisti contemporanei e il retaggio antico”, ha
sottolineato Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia
Musei. “E lo fa nella nostra piazza del
Foro rievocando l'invenzione della piazza Novecentesca di Giorgio de
Chirico. Un modo per ricordare che l'archeologia è il vivo esempio
su cui improntare l'interpretazione del nostro habitat urbano. Il
progetto 'Palcoscenici archeologici' ci permette di percorrere un
ulteriore metro nella direzione dell'ibridazione dello spazio
museale, con lo spazio civico dell'abitare quotidiano”.
[Immagine in apertura: Francesco
Vezzoli,
God
is a Woman (after Constantin Brâncuşi),
2019, foto © Alessandra Chemollo, Fondazione Brescia Musei. Courtesy
Tommaso Calabro Galleria d’Arte, Milano]