A Palazzo Reale va in scena la monografica dedicata al celebre maestro spagnolo. In programma fino al 3 marzo 2024, la mostra accoglie non solo i più celebri capolavori pittorici di Goya, ma anche una serie di incisioni accompagnate dalle loro originali matrici di rame, esposte per la prima volta in Italia.

Tutti lo conosciamo per i suoi “cupi” e inconfondibili dipinti che non solo raccontano la crudeltà della guerra ma esprimono anche un sentimento di pietas verso poveri, emarginati e malati mentali; eppure Francisco José de Goya y Lucientes nel corso della sua carriera si è dedicato – parallelamente alla pittura – anche all'incisione. Oggi, la produzione del maestro spagnolo trova spazio a Palazzo Reale a Milano, grazie alla mostra Goya. La ribellione della ragione che, in programma fino al 3 marzo 2024, raccoglie non solo le opere pittoriche più celebri dell'artista, ma anche una serie di incisioni che lo hanno reso un maestro assoluto di quest'arte.L'ARTE DI FRANCISCO GOYA IN MOSTRA A MILANO Una serie di settanta opere, presentate nell'istituzione milanese, esplorano il particolarissimo linguaggio di Goya, caratterizzato da un'aspra critica alla guerra e da una lucida interpretazione etica e morale della società spagnola del suo tempo. Protagonista del percorso espositivo è una raccolta di dipinti del pittore aragonese, tra cui spiccano i celebri Caprichos, Il Manicomio e Scena di inquisizione, dedicati alle brutture che la guerra segna sui corpi e nelle menti dei più deboli. Ad accompagnare i dipinti in mostra sono alcune delle più significative incisioni che, per l'occasione, saranno affiancate dalle loro originali matrici di rame.  Grazie a una minuziosa operazione di recupero a opera della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, le lastre in rame sono state riportate al loro splendore originario e, per la prima volta, trovano spazio in un'esposizione italiana.L'ESPOSIZIONE A PALAZZO REALE Curato da Víctor Nieto Alcaide, l'itinerario della mostra documenta anche l'evoluzione del linguaggio artistico di Goya che, dalla pittura convenzionale e “luminosa” delle prime opere, finisce per abbracciare uno stile più radicale e rivoluzionario, caratterizzato da toni cupi e bui capaci di riflettere il suo animo disilluso a seguito della Rivoluzione francese. Attraverso le incisioni, invece, il maestro esprimeva il suo pensiero più intimo e libero, e una critica razionale alla barbarie bellica.  “Il razionalismo di Goya è ideologico ed egli lo proietta nelle sue opere utilizzando l’espressione come modalità che collega, da un lato, la critica sociale attraverso le tematiche e, dall’altro, la critica della pittura stessa, dissolvendo le forme convenzionali del bello. In Goya, l’ideale di bellezza viene trasformato nel valore plastico dell’espressione”, ha affermato il curatore Víctor Nieto Alcaide. [Immagine in apertura: Goya. La ribellione della ragione. Credits: Carlotta Coppo]
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