Il Palazzo delle Paure ospita una mostra che fa luce sul contesto del movimento futurista, sui suoi legami con le avanguardie europee e sulle sue evoluzioni successive alla Prima Guerra Mondiale.

Il Futurismo è stato un movimento d'avanguardia nato all'interno di un contesto creativo particolarmente vivace. La mostra Futuristi. Una generazione all'avanguardia, organizzata presso il Palazzo delle Paure di Lecco e visitabile dal 18 marzo al 18 giugno 2023, è un'occasione straordinaria per comprendere tutta la complessità di un movimento artistico che sin dall'origine fu particolarmente eterogeneo. La mostra di Lecco, curata da Simona Bartolena, ha infatti la peculiarità di indagare l’universo creativo entro cui nacque e si sviluppò il Futurismo. LA RIVOLUZIONE FUTURISTA A LECCO Da Giacomo Balla a Luigi Russolo, da Gino Severini a Enrico Prampolini, da Filippo Tommaso Marinetti ad Antonio Sant'Elia, da Fortunato Depero a Tullio Crali, l'esposizione al Palazzo delle Paure è una finestra aperta sul palcoscenico artistico italiano dei primi decenni del Ventesimo secolo. Il Futurismo ha infatti saputo incarnare una radicata richiesta di profondo rinnovamento che proveniva dalla società dell'epoca. Si trattò di una rivoluzione dei gusti che investì ogni campo della creatività: dalla letteratura alla musica, dalla pittura alla scultura, dal design alla grafica, senza dimenticare le utopiche architetture del comasco Antonio Sant'Elia. Ogni ambito della vita era potenzialmente soggetto alle incursioni futuriste. Ma questa era una tendenza che presentava forti assonanze con quello che accadeva anche nel resto d'Europa. A rendere unico il Futurismo fu un altro fattore. Come rileva la curatrice Simona Bartolena, “al primo periodo che si conclude, di fatto, con la morte precoce di Boccioni, avvenuta nel 1916, seguono altri anni ricchi di spunti di riflessione, interessantissimi quanto a novità di linguaggio e originalità di ricerca [...] È, anzi, proprio in queste successive generazioni che il Futurismo trova la propria unicità, rispetto alle altre avanguardie europee”. I FUTURISTI AL PALAZZO DELLE PAURE La mostra, suddivisa in sette capitoli, si apre con l'articolo pubblicato il 20 febbraio 1909 dal giornale francese Le Figaro a firma dell'ideologo del movimento, Filippo Tommaso Marinetti. I suoi toni accesi e il palcoscenico internazionale crearono un dibattito di grande impatto sulla necessità di rinnovare l'intero sistema dei valori tradizionali, a partire da quelli estetici e artistici. Il racconto della mostra di Lecco continua con una disamina sull'acceso interventismo bellico che caratterizzò molti tra i primi artisti futuristi. Notevole è a questo proposito una tela dedicata all'aviatore Francesco Baracca realizzata da Plinio Nomellini. Il rapporto tra il Futurismo italiano e il Cubismo di stampo europeo è indagato attraverso la figura del geniale Gino Severini. Un focus particolare è poi dedicato all'astrattismo lombardo di Manlio Rho, Mario Radice e Carla Badiali e al loro rapporto con Marinetti. Si passa poi a un approfondimento sulla rappresentazione del movimento e della velocità, temi nodali dell'estetica del Futurismo. Fondamentale è poi l'influenza che il Futurismo esercitò sul cinema, sulla letteratura, sulla musica, sul teatro, sulla cucina e sulla moda. Imperdibili i bizzarri Intonarumori di Luigi Russolo. Gli estremi esiti del Futurismo negli anni Trenta porteranno a esperimenti come l'Aerofuturismo e alle suggestioni esoteriche evocate dalle opere di Tullio Crali, Gerardo Dottori e Fillìa, solo per citarne alcune. [Immagine in apertura: Luigi Russolo, Macchina in velocità, anni '10, china su carta, collezione privata, courtesy Leo Galleries, Monza]
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